DONNE MALTRATTATE NEL BENE CONFISCATO
Sarà il bene confiscato di Gianico – una villetta bifamiliare sequestrata ad un 70enne di origini calabresi residente a Genova implicato in vicende legate ad associazione di stampo mafioso e traffico di stupefacenti – ad ospitare il primo campo di impegno e formazione dell'Associazione Libera contro le mafie. La Valle Camonica dal 2011 è sede di un presidio di Libera. Fra gli impegni che i ragazzi che parteciperanno al campo avranno ci sarà anche quello di sistemare il bene assegnato al comune che lo ha affidato, tramite bando, all'associazione Terre Unite che ne farà una casa rifugio per donne vittime di violenza. E' stata l'agenzia dei beni confiscati anni fa ad avvisare il comune di Gianico che poteva richiedere il bene del suo territorio. Gli amministratori così hanno fatto consapevoli che l'uso doveva essere per scopi sociali e che non avrebbero potuto venderlo per fare cassa. Quello di Gianico non è l'unico bene confiscato in Valle Camonica. Ve ne sono dieci. Fra questi un appartamento in Campolaro già in uso al comune di Bienno, Casa Luce di Breno, la prima centralina di Valle Camonica, un bene attualmente fatiscente e due villette a schieraq a Sellero su cui resta poco chiara l'assegnazione ma che il comune vorrebbe per creare progetti di housing sociale. La provincia di Brescia ha in totale 113 beni confiscali ed è seconda in Lombardia solo a Milano. In attesa del riuso, il bene di Gianico, il primo sul territorio a venire assegnato per beni sociali ospiterà il campo di impegno e formazione di Libera.
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