INFLUENZA, LA REGIONE FA SCORTA DI VACCINI
Sarà data la la precedenza ai soggetti più fragili, agli over 65, alle categorie più a rischio, ai medici, infermieri, operatori sanitari e socio sanitari, e ai bambini fino ai 6 anni. Così la campagna vaccinale in Lombardia, contro l'influenza, prenderà il via ad ottobre. L'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera tranquillizza i cittadini sul fatto che la Regione ha già acquistato 2,4 mln di vaccini, l'80% in più rispetto all'anno scorso e che quindi nessuno resterà senza vaccino. Novità di quest'anno, il vaccino spray per i bambini fino a 6 anno, un prodotto presente sul mercato che in altre parti del mondo viene utilizzato – afferma Gallera - con ottimi risultati. Per gli over 65 sono stati acquistati, fra gli altri, 800.000 vaccini tetravalenti e per i cittadini over 65 più fragili oltre 150.000 dosi di una tipologia di vaccino ad alta protezione. La campagna vaccinale sarà condotta nei tempi stabiliti dal Ministero della Salute, quindi a partire da ottobre, in modo da garantire una copertura adeguata alla popolazione fino al successivo mese di marzo, considerando che il picco influenzale è previsto dopo la metà di gennaio. La distribuzione ai medici e ai pediatri di famiglia avverrà anche quest'anno attraverso la rete delle farmacie lombarde. Il vaccinale contro l'influenza potrebbe giocare un ruolo chiave nella lotta contro il nuovo coronavirus, soprattutto perché con la comparsa delle prime influenze possono scattare allarmismi legati al Coronavirus, che ha sintomi simil influenzali, e la vaccinazione, già consigliata ad anziani e persone a rischio, può portare a diagnosi più accurate ed alleggerire anche gli ospedali da sindromi influenzali che mettono a rischio le persone più fragili. A seguito dell'acquisto dei vaccini da parte delle Regione però, afferma la presidente di Feferdarma Clara Mottinelli, la casa farmaceutiche non possono in questo momento cedere i vaccini alle farmacie, che quindi al momento risultano sprovviste. I farmacisti di Federfarma sono disponibili non solo a distribuiri i vaccini messi a disposizione dal sistema sanitario, ma anche dalle Regioni e si offrono anche di somministrarli con la collaborazione di infermieri e figure professionali, direttamente in farmacia, e per questo chiedono una legge che li abiliti a farlo anche nell’ottica di future campagne vaccinali anti-Covid. Diversamente c’è il rischio che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, quale è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si trovino nell’impossibilità di vaccinarsi”.
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