IL RITORNO A SCUOLA AI TEMPI DEL COVID

Era il 22 febbraio quando Regione Lombardia insieme con il Ministero della salute, ordinava la chiusura urgente di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il calendario nelle classi, rimasto fermo a quel giorno, questo lunedì 14 settembre ha voltato pagina. Circa 7 mesi dopo, i bambini si sono lasciati alle spalle il lock down e le vacanze estive e sono tornati finalmente in classe. Emozionati per il primo giorno di scuola e felici di rincontrare i compagni, zaino in spalla si sono presentati all'appuntamento con la prima campanella, indossando la mascherina. I genitori, dopo aver provato a casa la temperatura ai bambini, li hanno accompagnati qualche minuto prima delle 08.00, non troppo in anticipo per evitare assembramenti fuori dalla scuola. Pochi i bambini che scendono dallo scuolabus, perché molte famiglie in molti paesi hanno risposto all'invito dell'amministrazione comunale di prediligere il trasporto in auto, per evitare l'affollamento dei mezzi. All'interno delle scuole, i Comuni nei mesi estivi hanno allargato le aule, abbattuto muri, persino posizionato container per dividere le classi più numerose e lasciare libere le più grandi ad esempio per la mensa, mentre in molte scuole si pranza in classe. Una volta aperti i cancelli, i bambini, divisi per classe, si sono posizionati lungo le linee bianche che per terra, indicano la distanza da mantenere tra le diverse file e poi, in modo ordinato, sempre seguendo la segnaletica, si sono diretti in classe dove hanno igienizzato le mani e hanno occupato i banchi posizionati ad un metro di distanza l'uno dall'altro e a due metri di distanza quelli della prima fila dalla cattedra. Poi, via la mascherina durante le lezioni, con la regola di tornare ad indossarla per recarsi alla cattedra, alla lavagna, al cestino per temperare o in bagno, e tutto è tornato quasi come prima in classe, fino all'intervallo quando i bambini hanno rindossato la mascherina per recarsi nei cortili e nei giardini delle scuole a giocare, ogni classe nella sua area. In ogni scuola è presente, come previsto dai protocolli, un referente Covid. Se un alunno manifesta la febbre superiore ai 37,5 gradi a scuola o sintomi come tosse, raffreddore o mal di gola, viene accompagnato in una classe fino all'arrivo dei genitori, i quali devono avvisare il pediatra che valuterà i sintomi ed effettuerà il tampone e l'obiettivo del protocollo siglato in queste ore da Regione e Pediatri Lombardi è quello di creare al più presto centri prelievi dedicati in cui portare i bambini con sintomi direttamente dopo il ritiro a scuola. Fondamentale avere il risultato del tampone entro 24 ore in modo da non bloccare tutta la classe e non mettere in quarantena tutti i compagni, gli insegnanti e i genitori, prima dell'esito. Se positivo, il bambino dovrà iniziare la quarantena e l'Ats predisporrà tamponi rapidi e isolamenti per i contatti stretti. Se negativo, il pediatra invierà il risultato alla scuola. Sarà quindi un anno scolastico complicato, nella gestione delle influenze, ma l'imperativo di tutti, genitori, insegnanti, personale scolastico e bambini, oltre a quello di dimostrare senso civico nel rispetto di tutti, sarà quello di riempire le distanze con i sorrisi, ben visibili quando durante la lezione, quindi per la maggior parte del tempo, è possibile togliere la mascherina e tornare a respirare aria di normalità anche nella scuola ai tempi del Covid.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori