ALGARCO E UNA NUOVA VISIONE DELLA VITA

Predilige la scultura, ma è un artista eclettico e poliedrico, in continua ricerca, in cammino. Non ama parlare di sé concentrato come è sull'essenza delle cose che trasferisce nell'arte. Non si scompone neppure quando gli si fa notare che a fine 2019 una sua opera è stata scelta per l'esposizione, ospitata a Mentone, della biennale sacra del Vaticano. L'“intima frattura”, al centro della sua ricerca artistica del momento, era accanto ad opere di Bansky e Christo, di Duchamp e Man Ray. Alessandro Garatti, in arte Algarco, è un giovane artista nato in Valle Camonica nel 1983; che l'arte sarebbe stata la sua strada lo ha deciso quando si è iscritto al liceo artistico di Lovere, a pochi chilometri dalla sua casa di Piancamuno. Sin da subito dimostra particolare interesse proprio per la scultura. Da Lovere a Roma, da Roma a Carrara il passo è breve da Carrara a Pietrasanta ancora di più ed è qui che il nostro approda. Nella terra degli scultori per antonomasia oggi vive dividendosi fra la Toscana e la terra natia, dove abitano mamma Marianna (sua prima estimatrice) e papà Luciano – noto avvocato e uomo politico della Valle – il fratello Mirco. E' qui che lo incontriamo durante una breve vacanza, nella casa di Piancamuno dove ha trovato posto la sua ultima opera. Algarco è accompagnato dal critico d'arte e storico Giorgio Gregorio Grasso che ci assicura sentiremo molto parlare di lui. Il noto critico è arrivato in Valle Camonica proprio per vedere la collocazione della sua ultima opera nella casa di famiglia. Anche durante il lock down Alessandro ha continuato a lavorare, a sperimentare ci stupirà quindi con altre opere su quello che è orma il suo filone anche se ha prodotto anche altri bronzi. Intanto ha ripreso anche le mostre in luglio ha partecipato ad un'esposizione di arte contemporanea a Venezia, a giugno era a Parma, ma il 2019 soprattutto è stato per il nostro giovane artista un anno particolarmente intenso che l’ha visto esporre a Palazzo Medici a Firenze, a Palazzo Zenobio a Venezia, al Musa di Pietrasanta e nel campanile di Pietrasanta con un'opera che è diventata un tutt'uno con la scala elicoidale ideata probabilmente da Michelangelo. Attratto all'inizio della sua carriera dall'arte classica di cui ha lasciato pregevoli testimonianze, oggi Algarco si approccia a nuovi materiali e nuove tecniche pur lavorando sullo stesso tema.  

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