10 ANNI FA LA SCOMPARSA DI YARA GAMBIRASIO
10 anni fa la scomparsa della piccola Yara Gambirasio, un mistero che comportò complesse ricerche e indagini, lasciando in apprensione l'Italia intera, fino al ritrovamento del corpo senza vita in quel campo di Chignolo d’Isola, avvenuta da un appassionato di aeroplanini telecomandati a tre mesi esatti dalla scomparsa, era il 26 febbraio 2011. Indagini e ricostruzioni proseguirono senza sosta culminando con l'arresto il 16 giugno 2014 di Massimo Giuseppe Bossetti, carpentiere di Mapello, sposato con tre figli. Il processo a suo carico si concluse con una condanna all’ergastolo in primo, secondo e terzo grado, senza però una confessione dell’uomo che si è sempre professato innocente ed estraneo ai fatti. La prima parte della vicenda è stata toccante sotto l'aspetto umano, caratterizzato dall'incubo vissuto dalla famiglia coinvolta in quella scomparsa surreale dove unica certezza è il fatto che la piccola Yara, allora 13 enne, in quella fredda sera d'inverno una volta uscita di casa per portare uno stereo alla vicina palestra non fece più ritorno. All'iniziale ipotesi di un allontanamento volontario segui l'ansia che potesse essere successo qualcosa di grave. Scattarono le ricerche, prima in paese, poi in provincia e nell'intera regione. Poi i cani molecolari fiutarono una traccia, che dal centro sportivo raggiungeva il cantiere di Mapello, le cui successive indagini portarono in cella con l'accusa di omicidio Mohamed Fikri, successivamente scarcerato e risarcito perchè ritenuto innocente. Tra le ipotesi si avanzò anche quella di un rapimento a scopo estorsivo, anche se le disponibilità della famiglia non potevano supporla veritiera. Ora restano, oltre al dolore, il disperato appello di Bossetti dalla cella di Bollate: “Non voglio uscire per un cavillo, voglio uscire perché la perizia sul Dna dimostra che non sono un assassino", al quale si aggiunge il dolore composto dei genitori e la recente onlus denominata «La Passione di Yara» fondata da persone vicine alla ragazza insieme ai genitori Maura e Fulvio: centinaia di volontari e sostenitori con la volontà di aiutare i ragazzi a crescere e a credere in loro stessi, trovando la propria strada.
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