13 ANNI FA SPARIVA YARA GAMBIRASIO

Al dolore vissuto dai tantissimi che in queste ore, che piangono la tragica fine di Giulia Cecchettin , si aggiunge il ricordo della sera di quel tragico 26 novembre di 13 anni fa, quando alle 18.40 a Brembate Sopra, sparì nel nulla la piccola Yara Gambirasio, trovata senza vita tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola, finita in modo atroce da mani omicida. La giovane ginnasta usciva dall’impianto sportivo di Bonate, dopo aver consegnato alla sua insegnante uno stereo che sarebbe servito per un saggio previsto la domenica successiva. Cosa sia successo a quel punto rimane un mistero, certo è che di lei non si seppe più nulla. L’Italia intera, come in questi giorni con Giulia, si manifestò vicina al dolore della famiglia, ma le speranze di ritrovarla in vita si affievolirono con il passare delle settimane, dopo le disperate ricerche con centinaia di uomini all’opera. La doccia fredda arrivò tre mesi dopo: il 26 febbraio 2011, per caso, quando il corpo della giovane venne ritrovato, in un campo della zona industriale di Chignolo d’Isola da un appassionato di elicotteri telecomandati. Scatto un’indagine fatta di accertamenti con migliaia di persone sottoposte al test genetico, che portarono a Massimo Bossetti l’insospettabile muratore di Mapello con mogli e tre figli, arrestato in un cantiere di Seriate il 16 giugno del 2014 e condannato poi all’ergastolo in via definitiva. L’uomo dal carcere di Bollate continua a proclamare la sua innocenza, mente i suoi legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini, nelle settimane scorse avevano ottenuto la visione dei reperti, analizzati nel corso dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Letizia Ruggeri e prevista per lo scorso 20 novembre. Il presidente della Corte d’Assise Donatella Nava decideva però di rinviarla in attesa del pronunciamento della Corte Suprema. La speranza per Bossetti e i suoi difensori sulla revisione del processo rimane, anche se molto remota.

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