ALTRO NO A BOSSETTI SUI REPERTI

Gli avvocati di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, attendevano dalla Corte d’Assise di Bergamo la risposta sui reperti del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Come ormai noto la richiesta della difesa era quella di poter conoscere lo stato e le modalità di conservazione degli slip e dei leggings della tredicenne uccisa, e dei campioni di Dna dell’indagine, ma la Corte presieduta dal giudice Patrizia Ingrascì ha dichiarato l’istanza inammissibile. Il muratore di Mapello era stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara, il 26 novembre del 2010. Ma i suoi difensori, stanno cercando spunti per chiedere l’eventuale riapertura del processo. Non è il primo no incassato da Salvagni e Camporini. A giugno 2021, la Corte d’Assise di Bergamo, presieduta dal giudice Donatella Nava, aveva respinto la richiesta di potere accedere ai reperti, con lo scopo di rianalizzarli. Prima di arrivare all’udienza, i passaggi erano stati diversi. A novembre 2019, gli avvocati venivano autorizzati ad “esaminare”, così scrivevano nell’istanza, i reperti, per poi precisare a dicembre con una nota all’ufficio corpi di reato che si trattava di una mera ricognizione. Nel frattempo, su richiesta del pm Letizia Ruggeri, è intervenuta la confisca di tutto il materiale. Sulla scorta di questo passaggio, a nuova istanza dei difensori, il presidente aveva risposto di non essere più competente a decidere. Il 12 gennaio 2021, la Corte di Cassazione aveva annullato i decreti con cui, il 26 maggio e il 30 giugno 2020, il presidente della Corte d’Assise di Bergamo Giovanni Petillo aveva respinto le richieste di accedere ai reperti dell’indagine e ai campioni di Dna, oltre che ricevere dal Ris il dvd con le immagini sui reperti stessi. Da qui il ricorso dei legali alla Cassazione, che ha dato loro ragione, nel senso che Bergamo è competente ad esprimersi sui reperti anche se confiscati, però il presidente Petillo non poteva decidere da solo, ma in composizione con i giudici popolari. Annullati i decreti del presidente, la palla per rispondere sulle istanze difensive era dunque passata ad una nuova Corte d’Assise, presieduta dal giudice Nava, che ha deciso, dopo un’udienza in cui il pm Ruggeri, insieme al procuratore Chiappani, si era opposta. La difesa, come prevedibile, ha impugnato il no della giudice Nava in Cassazione e se ne tornerà a parlare il 7 aprile, a Roma.

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