LA REGIONE PRESENTA PROVVEDIMENTI E GIUNTA

Con uno degli ultimi provvedimenti del Governo sono stati modificati i parametri per l’attribuzione delle varie fasce di colore e con un Rt di 1.25 la Lombardia è in zona arancione ed è molto vicina a tornare in zona rossa. Lo ha affermato il governatore lombardo Attilio Fontana nella conferenza di questo sabato in cui ha spiegato il motivo che ha spinto la Lombardia a rimandare di due settimane l’apertura delle scuole superiori in presenza. Il rischio era – afferma Fontana – di riaprire per una settimana e dover chiudere quella dopo. La decisione ha provocato grande malcontento tra le famiglie e tra chi pensa che una soluzione invece, per la scuola, vada trovata indipendentemente dall’andamento della curva epidemiologica e le critiche all’operato della Regione in materia di gestione della pandemia e dei vaccini sono infine costate l’assessorato a Giulio Gallera, in prima linea contro il Covid dal giorno del primo caso di Codogno, che lascia il posto a Letizia Moratti, nuovo assessore al Welfare (e vicepresidente al posto di Fabrizio Sala) che avrà la responsabilità della gestione della campagna vaccinale anti Covid e della revisione della riforma Maroni. Il leghista Guido Guidesi succede Alessandro Mattinzoli (a cui va la delega alla casa e housing sociale) all’assessorato allo Sviluppo Economico e promette di fare della Regione un’alleata delle imprese e avrà la responsabilità di gestire i fondi che arriveranno in regione col Recovery plan e i ristori.  La leghista Alessandra Locatelli succede alla compagna di partito Silvia Piani all’assessorato alla famiglia, alla disabilità, alla solidarietà sociale e alle pari opportunità e promette di rimettere al centro la famiglia per fare tornare la Lombardia a correre senza lasciare indietro nessuno. Questo sabato a Milano, contro la nomina dell’ex sindaco di Milano alla guida dell’assessorato al welfare, si è svolto il flash mob organizzato dal Movimento 5 Stelle Lombardia secondo il quale i nuovi nomi della Giunta Fontana non darebbero nessuna garanzia di un cambio sostanziale nelle politiche sanitarie della Lombardia

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