CASO YARA: POTREBBE RIAPRIRSI IL PROCESSO

Già dalla fine delle indagini preliminari nel 2015, durante le udienze di primo grado e anche in appello Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e ritrovata cadavere tre mesi dopo, nel febbraio 2011, aveva richiesto di confrontare il dna del suo assistito con quello presente sui reperti, tra cui slip e leggins della povera Yara. Ora a tre anni dalla pronuncia della Cassazione, forse si va verso la revisione del processo. Massimo Bossetti si è sempre dichiarato innocente: lo ha fatto durante i processi e con lettere dal carcere. Il muratore di Mapello crede ancora nella giustizia. “Sottoporre Bossetti alla perizia sarebbe stato semplice e avrebbe risparmiato tempo, ha affermato Salvagni. Ci veniva risposto che non c’erano più campioni di dna, invece ce ne sono 54. Per noi, insiste il legale, il dna di ‘Ignoto 1’ non corrisponde al dna di Massimo Bossetti”. Quando finisce un processo si decide cosa fare dei reperti, se restituirli ai genitori o distruggerli. Il giudice in questo caso ha deciso di confiscarli, di mandarli a patrimonio dello Stato. Solitamente gli indumenti vengono restituiti oppure trattenuti per un certo periodo al fine di verificare se ci sono stati errori processuali. Ma la confisca li rende inaccessibili. Per i difensori di Bossetti è stata una doccia fredda. Vengono fatte altre due istanze, ma il presidente del tribunale le dichiara inammissibili. La Cassazione l’11 di gennaio 2021, annulla questi provvedimenti e rinvia alla Corte di assise di Bergamo perché decida giorno e luogo per analizzare i reperti. Ora in attesa delle motivazioni della Cassazione si valuta seriamente la possibilità di un giudizio di revisione, che dovrebbe portare a un nuovo processo per Bossetti. L’imputato non può fare un accertamento per sapere se sia effettivamente colpevole perché non c’è più Dna. E poi nel 2020 il Dna riappare magicamente? Stiamo riflettendo sull’ipotesi di reato per aver nascosto 54 provette di Dna. Nel momento in cui è stato confiscato si dice che sia andato a finire nella cancelleria del tribunale. Noi speriamo che sia conservato come si deve, a certe temperature, se così non fosse qualcuno ne dovrà rispondere.

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