STUDENTI IN PIAZZA

Un confronto aperto, per dare voce a studenti e insegnanti. Questo giovedì mattina in Piazza Vittoria a Brescia si è tenuto un presidio organizzato dall’Unione degli studenti bresciani, per mostrare il loro disappunto verso una gestione scolastica, nella fase emergenziale del Covid, assolutamente da rivedere. Le ragioni dei giovani bresciani erano state espresse in una lettera che, riga dopo riga, frase dopo frase, elencava il mare magnum di disagi sostenuti dagli studenti in questi mesi. Le ultime perplessità sulla “falsa partenza” di gennaio. «Studenti e docenti dovrebbero essere alleati nel fronteggiare una situazione sempre più disagevole» afferma Benedetta Cominelli di Uds Brescia. «Comprendiamo le difficoltà emerse e per questo riteniamo che unendo le forze si possano ottenere miglioramenti concreti». Al di là della partecipazione al presidio, i membri di hanno invitato i singoli istituti ad una sinergia verso un comune intento. Il rientro a scuola in presenza, ancora una volta posticipato nell’ultima settimana, “ci ha messi nuovamente in secondo pieno”. Ridicolizzate, poste in un angolo, le giovani generazioni non ci stanno e, a partire dalle 9:30, hanno fatto sentire la propria voce. Seduti sotto i portici, al principio di una giornata grigia e uggiosa, metafora di questi ultimi mesi trascorsi in mano alla DAD, l’ormai arcinota didattica a distanza, gli studenti hanno aperto libri e quaderni, acceso tablet e computer, e insieme, l’uno accanto all’altro, hanno riassaporato, seppur in una cornice diversa, la socialità. “Il Covid uccide, la DAD ancor di più” si legge sui loro striscioni, “Vogliamo una scuola in presenza e in sicurezza” il loro slogan, perché l’universo scolastico non può essere così palesemente sottovalutato. La Scuola e l’Istruzione sono elementi imprescindibili, un punto di riferimento importante per la crescita dei giovani. È evidente – si legge nella loro lettera - che i problemi riguardanti la didattica e i trasporti vanno affrontati non solo da un punto di vista emergenziale, ma strutturale, che affronti una volta per tutte le criticità emerse con tanta violenza in questo periodo di difficoltà. Una generazione di studenti che si dice pronta al cambiamento. Il quesito che si pongono ora è questo: lo saranno anche le istituzioni?

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori