DAD PER LE SUPERIORI FINO AL 24 GENNAIO

Il rientro a scuola per gli alunni delle scuole secondarie lombarde resta congelato per almeno altre due settimane. Dopo un primo rinvio, che aveva posticipato il ritorno in presenza dal 7 all’11 gennaio, la campanella non suonerà fino al prossimo 25 gennaio. Ad annunciarlo, con una nota giunta nella serata del 7 gennaio, è Regione Lombardia. “Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario connesse all’attuale diffusione del Covid condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%” si legge nel comunicato.  Un provvedimento, formalizzato con un’ordinanza che resterà in vigore fino al prossimo 24 gennaio. Lunedì, indipendentemente dal colore che assumerà la nostra regione, non torneranno dunque in classe circa 400mila studenti lombardi, suddivisi fra scuole superiori statali e paritarie. Una decisione di cui il governatore Attilio Fontana non ha fatto menzione questo venerdì mattina nel corso della presentazione della nuova giunta regionale, ma della quale ha spiegato le ragioni direttamente sulla sua pagina Facebook. «Non possiamo permetterci un’altra falsa partenza sulla scuola, con un apri e chiudi che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari – spiega Fontana –. Prendiamo questo tempo sia per ulteriori valutazioni sull’andamento del virus in questo primo mese del 2021, sia per mettere in campo nuovi e concreti provvedimenti per supportare la ripartenza in sicurezza» ha concluso il presidente. Una rete complessa quella che comprende scuola, sicurezza e trasporti che Regione Lombardia proverà a ricucire a partire dal prossimo 25 gennaio, per il momento spazio alla DAD. Non sono mancate, tuttavia, le repliche da parte del mondo scolastico. Filippo Ferrari, Consigliere Provinciale delegato alla Pubblica Istruzione si è detto amareggiato: “Stiamo danneggiando una generazione intera, che da ormai un anno segue le lezioni davanti a un PC, senza un contatto diretto con gli insegnanti […] Mi auguro che si trovino presto soluzioni adeguate soprattutto in una provincia come quella di Brescia, che conta oltre 50mila studenti che hanno pieno diritto allo studio e per i quali la Provincia non ha negato sforzi non solo per quanto riguarda la manutenzione degli istituti e la sicurezza, grazie all’impegno dei dirigenti scolastici, ma anche per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

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