RISARCIMENTI E PROGRAMMI

4 milioni e mezzo di danni già quantificati, esclusi gli impianti a fune e 32 milioni nel decreto ristori quinques cui attingere risorse per la montagna che rischia di crollare sotto il peso delle chiusure ulteriormente protratte al 5 marzo. Il neo ministro del turismo, Massimo Garavaglia ha incontrato ieri in Regione i vertici del Pirellone e, in presenza e in remoto, i rappresentanti della montagna lombarda dopo la doccia fredda della mancata riapertura degli impianti sciistici. Risposte immediate, indennizzi concreti, politiche del lavoro adeguate per gli ‘stagionali’ rimasti fermi e per gli alberghi chiusi, ma anche nuove modalità di programmazione per garantire un futuro alla montagna. Queste le proposte del ministro che guardano anche al futuro. Indenizzi e ristori immediati, quindi, per arginare la crisi, ma anche e soprattutto creare le condizioni perchè le attività possano riprendere. Lo ha sottolineato anche l'assessore alla montagna Massimo Sertori presente insieme a Lara Magoni assessore al turismo di Regione Lombardia. “Abbiamo ascoltato il grido di dolore di tanti operatori, dei sindaci e dei rappresentanti delle Comunità montane – ha detto il presidente Fontana - ci hanno espresso la loro angoscia e disillusione perché questo può essere davvero un colpo decisivo per le sorti di tanti comprensori, ma noi ora contestiamo soprattutto il metodo. Meno di una settimana fa il Cts aveva dato il via libera alla riapertura degli impianti, i gestori si erano attrezzati e la regione aveva emesso un’ordinanza per riprendere le attività sciistiche nel rispetto delle regole concordate fra Regioni, Governo e Cts. In Lombardia erano previste aperture al 30% , poi la doccia fredda di domenica sera. Bisogna cambiare passo, ha detto il presidente Fontana.

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