SCI, IMPIANTI APERTI IL 18 GENNAIO

La stagione dello sci è, in Italia, ancora sospesa, nonostante il record di neve caduta: sabato infatti il ministro della Salute Speranza ha firmatol’ordinanza che differisce l’apertura degli impianti in tutto il territorio nazionale al 18 gennaio, spostando in avanti di undici giorni la vecchia data del 7 gennaio. I protocolli da adottare per la riapertura saranno validati a breve dal Comitato tecnico e scientifico ma in sostanza prevederanno la capienza di cabinovie, seggiovie e funivie ridotta al 50% e gli ingressi contingentati sulle piste tramite prenotazione. Un dettaglio non indifferente perché impone ai gestori delle stazioni sciistiche l'adozione di piani per la prenotazione dei giornalieri oltre che degli stagionali e un controllo costante del numero di persone sulle piste. Soddisfatta della decisione del Governo di riaprire gli impianti anche se in ritardo di due settimane rispetto alla data prevista, l'assessore allo sport di Regione Lombardia ed ex campionessa di sci Lara Magoni: “avevamo chiesto” - afferma - “una data certa per permettere all'intero mondo della montagna invernale di prepararsi a dovere e grazie al lavoro di squadra delle Regioni e delle Province autonome iniziato in Commissione Turismo si può finalmente ripartire in sicurezza". In ginocchio c'è un settore che in Italia fattura un miliardo e duecento milioni di euro . Si tratta di oltre 1.500 impianti, con una forza lavoro stimata di circa 13.000 unità, tra fissi e stagionali, nel periodo di piena attività. Senza contare l’intera filiera dell’economia legata allo sci: alberghi, rifugi, malghe, negozi, scuole di sci. Il 18 gennaio rappresenta quindi l'ultima data per poter dare un senso ad stagione invernale quasi persa, e per programmare sia le assunzioni che le aperture degli impianti, in attesa di ricevere, per la prima parte della stagione, i ristori per le società di impianti a fune, per i maestri di sci, per tutti gli operatori che in questo periodo sono rimasti fermi e senza reddito.

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