SCUOLA IN PRESENZA PER I FIGLI DEI SANITARI

Chi ha il diritto di richiedere la scuola in presenza per i propri figli? A voler vedere, tutti i genitori che lavorano e anche per quelli che possono attivare lo smart working perché lavorare da casa, con i figli a casa, non è certo una passeggiata. Le disposizioni comunque prevedono per certe categorie professionali, la possibilità di mandare i figli a scuola anche quando scatta la chiusura delle scuole, ipotizzando che questi genitori non possano assentarsi dal lavoro, prendere cassa integrazione, ferie, permessi o attivare lo smart working per restare a casa con i figli piccoli e assisterli nella Dad. Quali sono queste categorie professionali? In generale si parla di scuola in presenza che può essere garantita per alunni disabili e con bisogni educativi speciali, per alunni figli degli operatori sanitari o equiparati o degli alunni figli di personale che lavora per servizi pubblici essenziali, anche se non è chiaro cosa si intenda con questa voce, ovvero se comprenda chi lavora nel settore pubblico o anche chi svolge un servizio pubblico e in quest’ultimo caso la voce comprenderebbero molte professioni. In attesa di avere risposte certe assenti nell’ordinanza regionale che ha istituito la zona arancione rafforzata con la chiusura delle scuole in provincia di Brescia, le scuole della Valle Camonica si sono organizzate limitando per ora la possibilità ai bambini con bisogni speciali e ai figli dei sanitari intesi in senso stretto, ovvero personale impiegato in prima linea nella lotta alla pandemia. Questo per via della difficoltà degli istituti di organizzare la Dad e allo stesso tempo la didattica in presenza: gli insegnanti sarebbero infatti chiamati a moltiplicare le ore oppure a svolgere le due didattiche simultaneamente ma con grandi difficoltà pratiche.  I dirigenti scolastici si stanno confrontando proprio in questi giorni per capire quale linea adottare e per avere risposte ai molti quesiti in sospeso. Gli occhi di tutti, insegnanti, genitori e alunni, sono rivolti al 2 marzo giorno in cui scade l’ordinanza della Regione: se verrà rinnovata le scuole, dagli asili nido in su resteranno chiusi, se non verrà rinnovata riapriranno fino alla prima media, come vuole la zona arancione attivata nel resto della Lombardia.

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