MORTI SUL LAVORO, EMERGENZA SENZA FINE
“In Italia nel primo semestre del 2021 hanno perso la vita sul lavoro due persone al giorno. Non possiamo accettarlo. Si trovino le soluzioni più adeguate in termini di prevenzione, formazione sulla sicurezza e controlli, si facciano tavoli con imprese, categorie produttive e sindacati”. Lo ha affermato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, manifestando il proprio cordoglio e la preoccupazione alla luce dei recenti fatti successi in bergamasca. “Più fatti e meno parole”, è quanto dichiara Luca Nieri, segretario generale di Fim-Cisl Bergamo. “Quello di San Paolo d’Argon, è l’ennesimo infortunio mortale capitato nella ripresa post Covid. Da maggio a oggi si contano sette morti. È prioritario fare sistema sia a livello aziendale che provinciale, istituzioni e organi competenti, aziende e sindacato, con le proprie Rls e Rsu, devono collaborare sempre più per debellare questa piaga, il nostro paese deve dare cittadinanza solo al lavoro sicuro, non deve esistere una forma diversa, come non devono esistere imprese di serie A o serie B”. Sicuramente è necessario capire le dinamiche dell’incidente che ha portato a questa disgrazia, al momento non molto chiaro”. “La Cisl, afferma Danilo Mazzola della segreteria cittadina, da mesi denuncia l’esigenza di più controlli nei luoghi di lavoro, andando a potenziare gli organismi di controllo dedicati e a certificare le imprese che mettono la salute e la sicurezza come condizione primaria nel compito della loro attività. La vertenza nazionale aperta da alcuni mesi, va rilanciata con più determinazione”. “È inaccettabile, si legge nel comunicato della Fiom-Cgil di Bergamo, morire in questo modo ai giorni nostri quando esistono tutte le misure di protezione per evitare le cadute dall’alto. Restiamo in attesa dell’esito delle indagini da parte dell’Ats”.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!