DELITTO COLLEONI, IL FIGLIO RESTA IN CARCERE

Dopo il no della Corte d’Assise arriva quello del Riesame e per Francesco Colleoni sfuma la possibilità degli arresti domiciliari. Il 34 enne si trova in cella con l’accusa di aver ucciso il padre Franco, 68 anni, ex segretario provinciale della Lega Nord e titolare del ristorante «Il Carroccio» a Brembo di Dalmine, dove Francesco lavorava come cuoco. La madre del giovane era disposta a pagare l’affitto per un appartamento a Selvino ed era stato trovato uno psicologo pronto a seguirlo costantemente. Ma anche i giudici hanno respinto la richiesta degli avvocati. Colleoni jr, difeso da Enrico Cortesi e Andrea Filipponi, spiega di aver reagito a uno schiaffo del padre, ma di non ricordarsi più nulla da lì in poi. Colleoni è morto dopo che il suo assassino gli ha ripetutamente sbattuto il capo sul cordolo di pietre aguzze del vialetto, dinamica che, dimostrerebbe «l’accanimento verso la vittima» e porterebbe a escludere la rapina da parte di ignoti sfociata in omicidio. Rapina che, per il luogotenente Giovanni Sciusco del nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, il figlio avrebbe inscenato per sviare le indagini: “Anche perché sarebbe stato difficile trovare soldi visto che il ristorante era chiuso da tempo”. Una messinscena, insomma, dal momento che alcuni cassetti, ha sottolineato il luogotenente: “sono stati svuotati e non rovistati e tracce di terze persone non sono state trovate”. Altri elementi che portano a sospettare di Francesco erano stati elencati da Sciusco: la traccia di sangue misto (vittima-imputato) sotto le unghie del padre; la mano destra del figlio gonfia e, soprattutto, l’ecchimosi sul volto dell’imputato. Che aveva raccontato di essersela procurata tagliando la legna i giorni precedenti. Ma il vice brigadiere Pietro Pastore aveva mostrato in aula la foto scattata col telefonino alle 8,17 della mattina del delitto da Tiziana Ferrari in cui si vede Francesco senza la ferita. Mineo aveva altrsì aggiunto che già il 28 dicembre il padre aveva chiamato i carabinieri dicendo di essere stato aggredito da Francesco. Qualche punto oscuro però in questa vicenda resta e la difesa non ha mancato di evidenziarlo. Il portafogli della vittima, ad esempio, non è mai stato trovato.

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