CELEBRATA LA GIORNATA DEL RICORDO

Le vette che a Nord oggi separano la Valle Camonica dal Trentino un tempo separavano l'Italia dall'Austria e la catena dell'Adamello è uno dei luoghi simbolo della grande guerra. In occasione delle celebrazioni del IV novembre – solennemente ricordate come ogni anno dalle penne nere giovedì al Passo del Tonale dove si trova anche il sacrario militare – lo sguardo dei camuni volge sempre un po' più in alto. Questa domenica in molti comuni della Valle si sono tenute le cerimonie per rendere omaggio al ricordo di chi ha sacrificato la sua gioventù per tracciare la vita del paese, ma anche per omaggiare le forze armate che oggi svolgono anche missioni di pace. Guardare indietro non è nostalgia è imparare la storia per comprendere l'oggi per capire come qui ci siamo arrivati, anche per guardare avanti. Anche a Darfo Boario Terme ci sono stati questa domenica diversi momenti di incontro e riflessione che si sono conclusi al monumento ai caduti di via Ghislandi dove il sindaco ha fatto una riflessione sulla storia e sul presente e dove si sono radunate le associazioni d'arma del territorio, insieme alle forze dell'ordine che oggi sono presenti in Valle Camonica, la banda cittadina che ha accompagnato la deposizione della corona ai caduti. Il nostro paese è ancora segnato dalla pandemia e questo ci porta a cogliere meglio, se siamo attenti, l'essenzialità della vita, del sacrificio e questo in qualche modo ci accomuna ai tanti giovani che durante la guerra, il primo e il secondo conflitto mondiale, hanno lottato per i propri ideali e per questi hanno sofferto, in molti casi hanno perso la vita o sono tornati a casa con ferite evidenti ed altre nascoste nelle pieghe dell'anima. La guerra non è mai la risposta ai problemi, eppure non lo abbiamo ancora capito, la guerra, anche in caso di vittoria, porta sempre con se morte e distruzione. Il 4 novembre 1918 terminava il primo conflitto mondiale e veniva proclamata la fine della Grande Guerra. Fu il generale Armando Diaz ad emanatre il bollettino della vittoria. Una vittoria dopo quattro anni di guerra – tre per l'Italia che entra nel conflitto nel 1915 – che traccia un bilancio drammatico: 5 milioni sono stati gli uomini mobilitati, di 27 classi di leva, 4 milioni assegnati all'esercito operante. I caduti saranno ben oltre i 600 mila, quasi 300 mila i mutilati, 1 milione i feriti, 600 mila uomini vennero fatti prigionieri e 64 mila di questi morirono di stenti. Un anno dopo la fine del conflitto, il 4 novembre 1919 nasce la giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate che si celebre a tutt'oggi, unica festa nazionale che abbia attraversato indenne decenni di storia italiana. Gli anni dal 1914 al 1918 hanno lasciato un segno indelebile nella storia Europea e anche in Valle Camonica poiché come detto il fronte dell’Adamello è stato scenario di un gran numero di battaglie. Questa storia non va dimenticata è scritta nei nomi incisi sui nostri monumenti ai caduti, è scritta nei nostri cuori che si perdono nel cielo terso d'autunno e si scaldano nei suoi colori accesi mentre il pensiero va a chi ancora oggi non gode della nostra libertà, ha fame e freddo a causa della guerra e dell'ingiustizia.

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