VIOLENZE SU MINORI IN CAMPO LE ISTITUZIONI

Istituzioni pronte a fare la loro parte dopo la notizia delle cinque denunce per violenza sessuale tra minori, registrate negli ultimi undici mesi in alcuni centri della bassa bergamasca. L’appello è alle famiglie, descritte come troppo distratte. A far suonare il campanello d’allarme, come già detto, è stato il dirigente del commissariato di polizia di Treviglio Marco Cadeddu, durante giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il contesto è quello di gruppi di giovanissimi che fanno serata tra pub e parchi con un abuso programmato di alcol spesso accompagnato da sostanze stupefacenti. Un mix che ha prodotto risse, vandalismi e gli episodi di microcriminalità di cui sono state punteggiate le cronache degli ultimi mesi. Ora emerge anche un aspetto più inquietante. In queste serate di sballo le difese delle ragazze si abbassano e il gruppo le abbandona. “Come amministrazione, ha commentato Juri Imeri, sindaco di Treviglio, abbiamo già avuto un confronto con parrocchia, garante dei minori e polizia locale per promuovere azioni e proposte concrete che possano coinvolgere gli adolescenti in un percorso educativo e di socializzazione che garantisca occasioni di incontro diverse da quelle orientate all’alcol. Allargheremo presto il tavolo del confronto, coinvolgendo tutti i soggetti che possono avere un ruolo attivo nel progetto, con un input molto forte: dobbiamo agire, e non solo pensare”. L’augurio del primo cittadino è che le famiglie facciano la propria parte, mai così fondamentale come di fronte ad eventi di questa natura. A preoccupare ulteriormente è l’abbassamento dell’età dei ragazzi coinvolti. Da quanto emerso infatti, si sono osservati comportamenti aggressivi fin da piccolissimi e si ritiene che questo nasca dal fatto che vengano sempre più lasciati soli, in balia di telefonini e televisione. Dal centro antiviolenza Sirio emerge un altro aspetto inquietante, ci riferiamo alla socializzazione sbagliata, anche perché come affermato da Cinzia Mancadori responsabile del Centro: “non c’è soltanto una vittima in sé, la ragazza che subisce la violenza, ma un gruppo, un contorno di ragazzini che non riescono a capire la gravità di quello che succede. Queste violenze su minorenni, continua Marcadori, non sono episodi che avvengono in contesti isolati ma dopo feste e ritrovi in cui si vede una ragazza con capacità inibite dall’alcol e nessuno interviene. La nota positiva sono le famiglie delle ragazze che si sono accorte della loro sofferenza e le hanno aiutate a denunciare”. “I ragazzi rispetto a qualche anno fa, ha sottolineato monsignor Norberto Donghi, parroco di Treviglio, vengono a contatto con argomenti e malizie in età sempre più precoce. Si saltano le tappe nella crescita e così manca un pezzo di vita e di educazione”. A peggiorare il tutto l’isolamento di questi ultimi due anni.

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