TUTTI ZITTI I RAPINATORI

E' più difficile che al Nord si riconosca la mano della mafia, ma gli affari sporchi sono pur sempre sporchi e allora è bene tenere gli occhi aperti. Che le mafie abbiano da tempo allungato le mani sul nord e anche sulle nostre province è risaputo e chi nega questo non è obiettivo. La cartina di tornasole delle presenze mafiose e della criminalità organizzata su un territorio sono i beni confiscali. Bene, la regione Lombardia è la terza regione dopo Sicilia e Campania. Le mafie cercano potere, si infiltrano nel tessuto economico ma non disdegnano come ci insegna l'ultima operazione di avere soldi puliti a portata di mano per gestire loschi traffici. E non disdegnano neppure di creare nuove alleanze come quella fra gruppi del foggiano e calabresi già radicati al nord per portare a termine i loro progetti criminosi. In tutto questo come sono finiti imprenditori locali, come per esempio quelli che hanno affittato gli appartamenti o il capannone dove il commando che doveva assaltare il caveau della Mondialpol di Calcinato aveva custodito i suoi mezzi e trovato casa ai suoi uomini che in zona stavano organizzando il colpo? In buona fede ed essendo all'oscuro di tutto o senza porsi domande guardando solo al guadagno? Lo stabilirà la magistratura. Intanto però anche imprenditori locali e i due dipendenti infendeli hanno avuto le loro responsabilità nel colpo sfumato. Restano in carcere, ma al GIP restano poche ore per decidere se confermare il fermo o no, i 31 uomini arrestati venerdì sera durante il blitz delle forze dell'ordine per sventare quello che sarebbe stato il colpo del secolo, la rapina che avrebbe fruttato oltre 80 milioni di euro, al caveau di un istituto di sorveglianza nel bresciano. Durante gli interrogatori di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutti tranne l'imprenditore proprietario del capannone di Cazzago San Martino dove sono state trovate le auto che avrebbero dovuto fare da cordone ai rapinatori, il Tir per far arrivare in zona le armi e caricare successivamente il denaro e la ruspa che doveva servire per abbattere il muro in cemento armato e permettere al commando di arrivare ai soldi. Ha detto di essere all'oscuro dei progetti dei suoi "inquilini". Intanto l'operazione dei carabinieri dei ROS, degli SCO della Polizia e dei NOCS ha decapitato un'organizzazione criminale del foggiano specializzata in assalti a portavalori e a depositi che aveva pianificato, insieme a membri di cosce calabresi ben radicati sul territorio del bresciano, il colpo del secolo. Mesi di pianificazione seguiti passo passo dalla Procura Antimafia di Brescia e dalle forze di polizia che hanno anticipato di qualche ora l'azione dei rapinatori. Un'operazione senza precedenti fino ad oggi in Italia.

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