LE TRADIZIONI DEL VENERDI SANTO SERIANO

Dopo due anni di silenzio, tornano due tra le processioni del Venerdì Santo più suggestive della Lombardia e non solo. Due manifestazioni, quelle di Vertova e di Gromo, che appartengono alla drammaturgia popolare e al teatro sacro e richiamano ogni anno centinaia di spettatori e fedeli. L’intensità degli eventi vede protagoniste due opere dei Fantoni. A Vertova con la statua in legno del Cristo con le braccia snodabili scolpita da Andrea Fantoni nel 1725 e a Gromo il Cristo morto di Grazioso Fantoni. La prima, scenograficamente intensa, viene rappresentata da una quarantina di figuranti in costume , con la presenza, oltre che del Cristo deposto dalla croce e adagiato sulla lettiga, anche del Cristo vivo che trascina “ol crusù”, vestito col saio rosso, il volto coperto da un cappuccio e i piedi nudi, proprio come il cireneo che l’accompagna. Nessuno è a conoscenza di chi indossi le vesti di Cristo e del cireneo, solo sacrista e parroco ne sono al corrente, infatti giungono in chiesa già vestiti e incappucciati. La scelta avviene in conseguenza ad un voto. Il cammino notturno è avvolto da un impressionante silenzio. Per i vertovesi impegnati nei gruppi delle picche, torce, lanterne, dei romani, giudei e forcelle, è chiaramente un onore portare avanti questa tradizione. A Gromo la processione dalla Parrocchiale si incammina alla volta di piazza Dante, cuore del borgo medievale. È qui che si spengono le luci della pubblica illuminazione e centinaia di lumini si accendono su finestre e balconi delle case. In testa un grande crocifisso del 1600, quindi i fedeli, gli adolescenti che portano i simboli della passione, la statua del Cristo morto portata dai trentatreenni. Man mano che la processione procede si accendono fuochi nei prati, sul greto del Serio e in altre località. Rappresentano i simboli della Passione, dando luogo ad un’atmosfera quasi surreale.

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