DUE CONFESSIONI PER L'OMICIDIO ZILIANI
La svolta dopo mesi di silenzio. Dopo che dalle carte processuali sono riaffiorati alcuni inquietanti dettagli sull’omicidio di Laura Ziliani, avvenuto a Temù nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021 - come la presenza di una fossa, scavata a pochi metri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere, volta ad occultare il corpo di Laura e poi non utilizzata – in queste ore lo spartiacque decisivo sulla vicenda che ha scosso non solo la Valle Camonica, ma l’Italia intera, è giunto direttamente dal carcere di Canton Mombello, dove questo martedì, a poco meno di un mese di distanza dal suo 28esimo compleanno, Mirto Milani – uno dei componenti del trio criminale accusato dell’omicidio dell’ex vigilessa, stordita con dei farmaci e poi soffocataa – a seguito di un lungo interrogatorio svolto davanti al PM Caty Bressanelli ha confessato il delitto, coinvolgendo anche le altre due indagate, le figlie di Laura, Paola e Silvia Zani. Un’ammissione che ha di fatto indotto una reazione a catena: questo mercoledì nell’altro carcere cittadino di Verziano la stessa Silvia, primogenita della donna, ha a sua volta confessato il delitto della madre, trovata senza vita l’8 agosto scorso grazie ad un’ondata di piena del fiume Oglio, dopo tre mesi di ricerche. In attesa che anche Paola, messa sotto torchio proprio in queste ore, rompa il silenzio, queste rivelazioni confermano in toto quanto scritto dal GP che, nel motivare l’arresto del 24 settembre scorso, aveva asserito “la volontà da parte di Mirto Milani e di Paola e Silvia Zani di sostituirsi a Laura Ziliani, vedova dal 2012, nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare, al fine di risolvere i rispettivi problemi economici”.
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