CINQUE QUESITI SULLA GIUSTIZIA
Domenica, dalle 7 alle 23, si tornerà a votare in tutta Italia non solo nei circa mille comuni che andranno a elezioni, ma anche nel resto dello stivale per esprimere la propria preferenza su cinque quesiti referendari sul tema giustizia. In estrema sintesi, deve votare “sì” chi è d’accordo a cambiare l’attuale legge e votare “no” chi invece vuole mantenere le cose come stanno. Ogni quesito, per essere valido, deve raggiungere il quorum, ovvero deve essere votato dal 50% più uno degli aventi diritto. Di non facile comprensione i temi sotto esame. Per il Referendum numero 1 si vota su scheda di colore rosso: il quesito, in breve, chiede se si è d’accordo o meno alla cancellazione della Legge Severino, escludendo quindi in automatico dalle elezioni e dagli incarichi in politica le persone condannate. Se vincerà il “sì” in caso di condanna spetterà al giudice decidere di volta in volta se applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici. Se vincerà il no permarrà l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per i politici condannati. Per il referendum numero 2 si vota su scheda arancione. Il quesito, in pratica, chiede se si è d’accordo o meno - quando non si tratti di reati gravi - all’eliminazione della norma sulla “reiterazione dello stesso reato” dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici, durante le indagini e quindi prima del processo, possono decidere la custodia cautelare in carcere o i domiciliari. Oggi il gip, se ci sono gravi indizi di colpevolezza, può decidere le misure cautelari in tre casi e cioè se c'è pericolo di fuga, di alterazione di prove o di ripetizione del reato. Per il referendum numero 3 si vota su scheda di colore giallo. Il quesito chiede se si è d’accordo o meno nell’introdurre nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere. Al momento i magistrati possono passare fino a quattro volte dal ruolo di pubblici ministeri al ruolo di giudici. Il referendum numero 4 verrà votato invece su scheda grigia. All’elettore viene chiesto se è d’accordo o meno a permettere di partecipare alla valutazione sui magistrati - oltre che alle toghe - anche ad altre figure di esperti nella materia giuridica. Per il referendum numero 5 si vota infine sulla scheda di colore verde. Il quesito chiede se si è d’accordo oppure no all’eliminazione della norma che prevede l’obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell’Organo di autogoverno della magistratura. Oggi per il magistrato che vuole candidarsi al Csm è necessario presentare a proprio sostegno almeno 25 firme di altri magistrati.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!