NO AI DOMICILIARI A SIMBA LA RUE

Il gip di Milano Guido Salvini ha negato i domiciliari nella comunità Kairos di Vimodrone al trapper Simba La Rue, vero nome Mohamed Lamine Saida, in carcere per il sequestro di persona del rivale Baby Touché. Pochi giorni dopo La Rue, al termine degli insulti con l’altro cantante, era stato accoltellato la notte del 16 giugno a Treviolo. Mentre riaccompagnava a casa una ragazza bergamasca aveva subito un agguato. Per questo è stato ricoverato a lungo all’ospedale Papa Giovanni XXIII. La collocazione nella comunità, non interromperebbe i contatti tra Saida e l’ambiente in cui sono maturati i fatti. Il giovane trapper, ricorda il giudice, “è già stato collocato presso tale comunità per un’accusa di rapina quando era minorenne e tale esperienza non ha sortito evidentemente alcun effetto positivo. Anzi risulta dagli atti che essendo non solo Saida ma anche altri indagati collocati nella stessa realtà, essi l’hanno liberamente utilizzata per concordare l’aggressione in danno di altre persone. Non solo: per il giudice bisogna fare i conti con “l’incapacità dell’indagato di auto controllarsi”: dopo la dimissione dall’ospedale di Bergamo avrebbe dovuto sottoporsi a fisioterapia per prepararsi al nuovo intervento neurochirurgico invece “risulta che in quel periodo abbia fatto tutt’altro certamente aggravando anche le sue condizioni di salute. Manca quindi allo stato il requisito dell’affidabilità che può essere garantito solo da un percorso di riflessione che sembra appena agli inizi”. Solo dopo il nuovo intervento e nell’imminenza delle sue dimissioni la sua posizione e “anche l’eventuale collocazione agli arresti domiciliari potrà essere rivalutata” a fronte di un programma di recupero specifico in comunità e di una “seria e motivata accettazione”.

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