LIBERATO IL BIMBO SEQUESTRATO DAL PADRE

Nel pomeriggio di ieri era previsto l’incontro protetto tra un bimbo di quattro anni e suo padre, un uomo di origine rumena cui era stato tolto l’affidamento del piccolo per questioni legate ad episodi di violenza. L’appuntamento era a Rodengo Saiano, nel parco di via Santo Stefano, nell'area giochi. L’assistente sociale, una donna di 36 anni, che aveva con sé il piccolo, quando ha capito che l’uomo non aveva intenzione di accettare che il bimbo fosse stato affidato alla madre, ha cercato di tenere il bimbo vicino, di convincere il genitore fuori controllo a non complicare la situazione. Non è servito. Ma l'uomo si è scatenato: prima l’ha minacciata con una pistola, poi l’ha aggredita fisicamente, strappandole dalle braccia il bambino e fuggendo in direzione degli svincoli delle tangenziali. La donna si è precipitata sulla strada principale, chiedendo aiuto e cercando di capire la direzione di fuga dell’uomo: molte persone hanno assistito alla vicenda dalla vicina farmacia, dalla banca e dai negozi ed è stato quindi dato l'allarme al 112. A Rodengo sono arrivate le pattuglie dei carabinieri che hanno ascoltato la donna e avviato le indagini che è stata anche medicata dal personale dell’ambulanza. Quindi i Carabinieri hanno ascoltato i testimoni e iniziato ad analizzare i dati dei lettori targa dei comuni della zona e le immagini delle telecamere degli esercizi più vicino alla zona dell’aggressione. La foto e la descrizione dell’uomo e del bambino sono state diffuse a tutte le pattuglie su strada ma anche ai posti di frontiera, i porti e le stazioni. Dopo qualche ora i carabinieri hanno individuato l’uomo in un appartamento di un complesso residenziale di una zona di recente edificazione a Roncadelle. E sono scattate tutte le procedure previste in questi casi. Oltre alla pistola che aveva mostrato all’assistente sociale c’era la possibilità che avesse armato porte o finestre. Per questo per prima cosa è stato bloccato il traffico in tutto il quartiere, con pattuglie di carabinieri con il giubbotto anti proiettile ad ogni angolo di strada. A ridosso dell’appartamento sono arrivate le squadre antiterrorismo le Aliquote di Pronto Intervento con il negoziatore che ha aperto un filo diretto di comunicazione con l’uomo asserragliato. Nel frattempo, nella vicina caserma dei carabinieri, sono state fatte confluire anche squadre di Vigili del fuoco per qualsiasi necessità tecnica e di supporto ad una irruzione, pattuglie di rinforzo per dare il cambio ai colleghi e le ambulanze. Le trattative sono proseguite tutta la notte e stanno proseguendo con il padre barricato in casa con il bambino, rimanendo in contatto con il bambino fino a questa notte alle due; questa mattina attorno alle 8 gli hanno parlato al telefono. Sta bene. Sul posto da questa mattina è arrivato anche il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, per seguire in prima persona questa delicata fase. Verso le 10.30 il 35enne ha consentito ai carabinieri di entrare nella casa di Roncadelle al termine di una trattativa che proseguiva senza sosta da ieri. Il bambino sta bene ed è stato affidato subito ai servizi sociali. «La questione si è risolta. Il bambino sta bene e il padre si è pentito del gesto che ha fatto. Tecnicamente è un sequestro di persona e sarà arrestato» ha detto Prete uscendo dall’appartamento. L'uomo, separato dalla mamma del bambino di 4 anni, ha precedenti per violenza domestica. Il 35enne di origini rumene si trovava agli arresti domiciliari dopo che un anno fa aveva aggredito l'ex-moglie e l'avvocato della donna sempre per questioni legate al bambino, che lui avrebbe voluto vedere più spesso.

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