INTERDETTA DAGLI ALLENAMENTI

Il Giudice per le indagini preliminari di Brescia ha emesso un'ordinanza interdittiva nei confronti di una istruttrice federale di ginnastica ritmica per il reato di maltrattamenti aggravati su ragazze molto giovani. I fatti contestati risalgono dal 2017 fino agli ultimi tempi. L'esecuzione dell'ordinanza è stata affidata alla Polizia di Stato di Brescia: infatti, dal settembre 2022 gli uomini della Squadra Mobile cittadina, coordinati dalla Procura della Repubblica, aveva raccolto le confidenze di una madre in merito a presunte condotte illecite dell’allenatrice di un’Accademia per atlete di ginnastica ritmica, affiliata alla “Federazione Ginnastica d’Italia”, con sede in provincia di Brescia. I fatti sarebbero avvenuti durante gli allenamenti nei confronti delle figlie e di altre ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni. L'attività investigativa si è avvalsa di una serie di audizioni protette delle minorenni, videoregistrate e assistite da una psicologa dell’ASST di Brescia. Nel frattempo sono state ascoltate 25 persone, tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’indagata, psicologi cui si erano rivolte alcune atlete, oltre agli stessi vertici della Federazione nazionale. L'analisi dei cellulari e dei dispositivi telematici hanno consentito di recuperare chat di messaggi e riprese video di alcuni episodi nei quali appariva l'allenatrice. Gli elementi raccolti avrebbero consentito di spiegare la ragione per la quale le giovani ginnaste avrebbero abbandonato l’Accademia anche, nonostante le promesse di prospettive di grande successo sportivo anche in campo internazionale. L’attività investigativa della Polizia di Stato si è protratta per oltre tre mesi ed ha portato alla contestazione di presunte illecite condotte nei confronti di otto ragazze minorenni. Il Giudice ha quindi ravvisato il delitto di maltrattamenti, aggravati dalla minore età delle vittime, in un contesto parafamiliare come quello di una scuola sportiva in cui le minori erano affidate all’istruttrice per ragioni di educazione, sportiva ma anche scolastica, trattandosi di un centro semiresidenziale nel cui ambito le giovani atlete trascorrevano l’intera giornata tra allenamenti ed impegni di istruzione, dalle otto del mattino fino a tarda sera. Il Giudice ha quindi emesso a carico dell’indagata un’ordinanza cautelare interdittiva, che prevede per l'allenatrice il divieto temporaneo di esercitare la professione sull’intero territorio nazionale per un anno. Le indagini sono tuttora in corso per poter accertare il coinvolgimento di altri minori e approfondire la dimensione del fenomeno.

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