ALGHISI PASSA LA FASCIA A MORASCHINI

Questo martedì in Broletto Emanuele Moraschini, sindaco di Esine, ha preso la parola per la prima volta, non senza emozione, in veste di Presidente della Provincia di Brescia. A proclamarlo alla guida dell’ente di secondo livello, sono stati i 45.297 fra sindaci e consiglieri comunali che nella giornata di domenica 29 gennaio si sono recati al Cpf di via Zanardelli a Brescia per votare il candidato unico  attorno al quale i partiti di centro destra e di centro sinistra hanno trovato l’accorso sulla base di un documento programmatico che ha messo al centro il territorio. Il nuovo presidente della Provincia di Brescia si appresta a ricoprire questo nuovo incarico con lo stesso spirito con il quale un sindaco siede sulla poltrona del primo cittadino: basando il proprio lavoro sull’ascolto e sulla vicinanza ai cittadini. Per questo il sindaco di Esine, nel ringraziare il segretario provinciale Diego Zarneri per aver indicato la sua candidatura, attorno alla quale poi un gruppo di lavoro in Valle Camonica ha lavorato per costruire il consenso anche degli altri partiti, in particolare di Forza Italia, in primis il vicesindaco di Esine ed assessore in comunità montana in quota Lega Enrico Della Noce, ha ringraziato in primo luogo i cittadini di Esine che conferendogli la loro fiducia nelle elezioni amministrative, hanno reso possibile questa nuova sfida alla guida di una delle province più grandi d’Italia. L’obiettivo di Moraschini sarà quello di guidare l’ente verso il ritorno ad ente di primo livello, eletto dai cittadini, raccordo tra Comuni e Regione, come era prima della Riforma Del Rio quando si parlava, durante il governo Renzi, addirittura di abolirle. Oggi però, le province stanno tornando: dall'inizio del governo Meloni, sono già stati depositati quattro Ddl di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e Pd. A consegnare la fascia nelle mani di Moraschini, l’ex presidente Samuele Alghisi che ha sottolineato l’assunzione di responsabilità delle forze politiche che hanno rimesso al centro la provincia attraverso un largo accordo politico, come spesso accade di fronte ad un’elezione di secondo livello, che non sente un confronto politico poiché non si confronta con il voto dei cittadini.

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