APPELLO AI CANDIDATI
Siete a conoscenza della situazione lavorativa del personale che nei parchi e nei musei nazionali camuni opera a supporto dei lavoratori statali? Ritenete eque le loro condizioni di lavoro? Credete che questo sia un problema da affrontare e, ancora, quanto tempo ci vorrà per risolverlo e, infine, quale ruolo gioca il primo sito Unesco Italiano, quello camuno appunto, nell'ambito di Bergamo-Brescia capitale della cultura 2023? Sono alcune delle domande che gli 11 lavoratori esterni nei parchi e nei musei nazionali della Valle Camonica pongono ai candidati alle elezioni regionali. Abbiamo parlato della loro situazione nelle scorse settimane: sono stati assunti attraverso ditte e cooperative che vincono ogni uno o due anni un appalto gestito dal Ministero della Cultura, per la Regione Lombardia dalla Direzione Regionale Musei Lombardia. Questi appalti consentono offerte con ribassi che arrivano al 33% e l’applicazione di contratti di lavoro che prevedono paghe orarie di 5,37 euro lordi l’ora. Questi lavoratori, che devono anche garantire la massima flessibilità oraria e sulla sede di lavoro, sono indispensabili per l'apertura dei siti e dei musei. Lavorare in queste condizioni è frustante ed ingiusto. All'indomani del rinnovo del loro contratto, a novembre 2022, con una proposta di addirittura peggiorativa rispetto alla precedente, hanno cercato di resistere, di non firmare, hanno aperto una contrattazione sindacale e i siti sono rimasti chiusi al pubblico senza preventiva comunicazione. Dopo una settimana di tira e molla sono stati costretti a firmare il contratto per paura di perdere il posto di lavoro ma anche per senso di responsabilità. Adesso però vogliono che questa situazione venga conosciuta da tutti e soprattutto chiedono che venga risolta. Lo hanno fatto con una protesta silenziosa in occasione della inaugurazione del restailing del sentiero fra Foppe di Nadro e Naquane, lo fanno ora con questa lettera ai candidati perché è inaccettabile che il Ministero alimenti un sistema di precariato e sfruttamento. Molti di loro lavorano in questi siti da anni, ne garantiscono l'apertura, svolgono gli stessi compiti del personale interno e allora perché a loro non viene garantita dignità ed equo compenso? La Valle Camonica è immersa in un patrimonio straordinario, ma il patrimonio esiste perché c’è una comunità che lo riconosce e questo patrimonio, ribadiscono ancora una volta, se non serve a costruire benessere sociale e stabilità per la comunità che lo custodisce a cosa serve?
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