LA VIA INDICATA DA SANTA GELTRUDE
Partecipare alla Via Lucis di Bienno, significa percorrere le vie del centro storico, seguendo i passi percorsi da Caterina Comensoli quando era ragazza. E lo si fa al buio, con il sentiero illuminato da 3 mila lumini, che pazientemente decine di volontari hanno posizionato, acceso e infine avranno raccolto, uno ad uno. Perché il buio aiuta l’immaginazione e la luce, simbolo di fede, indica la via, non solo come i passi di Caterina- donna, ma anche come le parole di Madre Geltrude, Santa. E i cittadini di Bienno, devoti alla loro Santa, spegnono le luci di ogni casa e scendono nelle vie e nelle piazze buie, per partecipare al percorso devozionale, che sotto la direzione artistica e la regia di Bibi Bertelli e del Centro Culturale Teatro Camuno, si è sviluppato dalla Località Parada, per il centro storico, fino alla Chiesa Parrocchiale. Nelle piazzette e nei cortili, decine di artisti, artigiani, narratori, cantori e danzatrici, hanno dato vita a scene evocative che hanno interrotto il silenzio e il buio, per raccontare la vita della Santa e il suo insegnamento. Promossa e sostenuta da Parrocchia, Comune, Scuola dell’infanzia e dalla Fondazione della Comunità Bresciana, in collaborazione con le Suore Sacramentine e gli Amici di Caterina, la Via Lucis realizzata anche con l’Ufficio Turistico Bienno Turismo e dal Centro Culturale Teatro Camuno, ha visto la partecipazione del Gruppo Teatro Oratorio Bienno, dei Cori Armonie, Le Orège de hòi, del Borgo, del Gruppo Coraografico la Maison, della Civica Banda Volontà, del Gruppo Camapnari Valgrigna, di molti artigiani di Arti e Mestieri, delle Associazioni Amici di Caterina, Scuola Fucina e di molte altre collaborazioni di professionisti e volontari per i costumi, le luci, la musica, gli allestimenti e la logistica. Culminata con l’adorazione collettiva curata dalle Suore Sacramentine e presieduta da Don Giovanni Giacomelli, la 12esima edizione della Via Lucis ha voluto raccontare Caterina, nata a Bienno il 18 gennaio del 1847, fondatrice dell’Istituto delle Suore Adoratrici, che dedicò la sua vita alle Suore Sacramentine di Bergamo, morte nel 1903 e proclamata Santa da Papa Benedetto XVI il 26 aprile del 2009, come donna di carità: “Non vi sarà mai perfetta unione e pace- aveva detto – ove non regna la carità.”
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