UCCISE IL VICINO, NON E' PENTITA
“Disturbo delirante”, in breve sintesi una sorta di delirio cronico basato su un sistema di credenze illusorie, ritenute vere indipendentemente dalla quantità di prove contrarie. In pratica, chi ne soffre è convinto di essere vittima di una cospirazione. Di essere spiato, inseguito, molestato. Ciò che ne può conseguire, è una spirale fatta di rabbia e rancore. Una diagnosi che trova concordi lo psichiatra Massimo Biza, consulente della difesa e la collega criminologa Cristina Colombo del San Raffaele di Milano chiamata come testimone delle parti civili nel processo per omicidio volontario aggravato a carico di Silvana Erzembergher, la 71enne accusata di avere ucciso il 28 aprile a Treviglio il vicino di casa Luigi Casati e ferito gravemente la moglie Monica Leoni. Nella consulenza prodotta per l’avvocato Andrea Pezzotta, difensore dell’imputata, Biza ha dichiarato l’anziana incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio. La Erzembergher soffrirebbe di allucinazioni uditive, in carcere la donna sentirebbe ancora suonare il campanello del suo appartamento. Lo stesso campanello che era convinta suonassero i vicini di casa, impedendole così di dormire. Ma non solo, all’interno della Rems di Castiglione delle Stiviere, dove si trova ora la donna,sarebbe apparsa ancor più “incattivita” nei confronti delle vittime. Nella sua mente sembra esserci “un’inversione totale della realtà“, che la renderebbe “totalmente acritica rispetto al fatto che ha compiuto”, come raccontato dal consulente della difesa. Tant’è che la 71enne non avrebbe manifestato “alcun segno di pentimento o ravvedimento, nemmeno a scopo difensivo – come aggiunto dall’avvocato Pezzotta - Tutt’ora si reputa una vittima”. Ora non resta che attendere l’8 maggio, data in cui potrebbe arrivare verdetto definitivo.
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