PERICO CONFESSA OMICIDIO E ROGO

Aveva chiesto lui stesso di essere interrogato e così è stato per un’ora e mezza. Davanti al pm Ivano Perico, 61 anni, di Mapello, detenuto nel carcere a Bergamo dal 13 maggio scorso con l’accusa di omicidio volontario, ha ribadito quanto ammesso in parte fin da subito ai carabinieri che l’avevano arrestato, e poi ricostruito con dovizia di particolari durante i colloqui. L’ex rappresentante, ha confessato di aver ucciso la cugina Stefania Rota, 62 anni, al culmine di una lite scoppiata per questioni catastali. E ha riconosciuto di essere anche l’autore del raid incendiario ai danni dello studio del geometra che aveva curato la pratica per la cugina. E’ proprio per una questione di confini e di proprietà che erano iniziati i dissidi fra i due, che fino al gennaio scorso andavano d’accordo ed erano stati visti più volte passeggiare insieme. Lui aveva cercato di aiutare la cugina a risolvere il problema relativo a un condono edilizio, invitandola a rivolgersi a un geometra di fiducia. Ma quest’ultimo alla fine non aveva accettato l’incarico. Così, lei si era rivolta a un altro geometra. Il professionista a gennaio aveva convocato Perico chiedendogli di firmare dei documenti. Il 61enne lo aveva fatto, ma - a detta sua - s’era poi accorto che alcune porzioni del suo immobile erano risultate non più accatastate. Così erano cominciati gli attriti con la cugina e anche ansie che forse l’hanno destabilizzato tanto da essere ricoverato, per qualche giorno nel reparto di Psichiatria dell’ Ospedale Papa Giovanni XXIII°. Il 3 marzo, quando la cugina era già morta, Perico metteva in atto il raid incendiario contro lo studio del geometra. Alla Procura resta da valutare la contestazione delle aggravanti. Esclusa fin da subito la premeditazione, resta da valutare quella dei motivi futili e abietti, e cioè se l’omicidio sia scaturito da una causa sproporzionata rispetto al gesto. In questo caso si dovranno valutare anche le condizioni psichiche di Perico.

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