UCCISE L’AMICO, CHIESTI 24 ANNI

Esclusa l’incapacità di intendere e volere. Questo quanto emerso dalla perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cremona , nei confronti di Domenico Gottardelli, pensionato ex idraulico, che il 14 settembre dello scorso anno, giunto a bordo della sua Due Cavalli a Casale Vidolasco e dopo aver parcheggiato all’esterno della Classe A Energy , di proprietà di Fausto Gozzini, imbracciava il fucile, calibro 12 e dopo essere entrato nell’ufficio dell’amico, sparava due colpi, il primo finito sul pavimento e il secondo risultato essere mortale. Il pm Francesco Messina ha chiesto il massimo della pena riguardo ai reati di omicidio volontario semplice: 24 anni di reclusione per il settantottenne che ieri mattina ha presenziato in aula. Sarebbero molti gli elementi tali da configurare l’aggravante della premeditazione. L’accusa, però, ha chiesto di riconoscere le attenuanti generiche per la condotta processuale collaborativa. Movente del drammatico gesto un furto di 300mila euro che Gozzini, avrebbe compiuto nei suoi confronti. I colloqui svolti dai periti evidenzierebbero il marcato il senso di rabbia e la conseguente liberazione dell’imputato, rispetto alla consapevolezza del gesto compiuto, anche a distanza di tempo dall’accaduto. Secondo gli avvocati della difesa, mancherebbe invece la prova della premeditazione. I legali si sarebbero associati alla richiesta delle attenuanti generiche per la condotta processuale dell’imputato, che ha chiesto perdono ai familiari della vittima nel corso dell’udienza del 26 giugno scorso, oltre alle condizioni di salute dell’anziano considerate non compatibili con la carcerazione. Gli avvocati delle parti civili hanno chiesto un risarcimento per danni non patrimoniali per una cifra pari a circa 400mila euro. La sentenza è attesa per il prossimo martedì 26 settembre.

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