“SENTIVO DELLE VOCI”

Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip Stefano Storto, Matteo Lombardini, il 35 enne, che sabato sera ha ucciso a coltellate il padre Giuseppe e ferito gravemente la madre Maria Angela, nell’abitazione a Viana di Nembro, ha raccontato di aver sentito delle voci che dicevano: “Ammazza, ammazza!”. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto come misura cautelare il collocamento in una casa di cura: per il momento resterà nella stanza di sicurezza dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo. Nell’interrogatorio è emerso come l’uomo nell’ultimo periodo avesse difficoltà nel controllarsi, al punto che quattro giorni prima dell’omicidio si era fatto accompagnare all’ospedale di Alzano chiedendo di essere ricoverato. Ai medici, ha spiegato Matteo Lombardini ieri al gip, aveva raccontato che le voci di padre e madre da tempo gli davano fastidio. Dunque non risulterebbero esserci conflitti famigliari all’origine del dramma se non la malattia. Improvvisamente Matteo, preso un coltello da cucina dove si trovava in quel momento, si avventava sul padre, colpendolo, per poi spostare le attenzioni sulla madre intervenuta per fermarlo. C’era già stato un episodio precedente. Era il 2009 quando il 35enne aveva aggredito, utilizzando delle forbici il padre e la sorella minore Chiara, fortunatamente senza conseguenze. Fu disposta una perizia psichiatrica, ma il fascicolo venne archiviato perché la denuncia fu ritirata. L’abitazione di via Rossini, resta tutt’ora sotto sequestro per consentire ai carabinieri della Compagnia di Bergamo di effettuare eventuali nuovi rilievi tecnici. Il cognato di Matteo ha raccontato che sabato sera la situazione in casa era tranquilla: “Se la lite fosse durata tutta la giornata sono certo che i genitori ci avrebbero avvisato, invece abbiamo ricevuto rassicurazioni. Tanto più che mio suocero Giuseppe quella sera per cena era andato a prendere le pizze”.

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