DA 40 ANNI AL FIANCO DEGLI EMIGRANTI

L’emigrante, colui che emigra, che lascia la propria terra per motivi soprattutto di lavoro, che in un nuovo Paese deve ricominciare, deve integrarsi, con la casa e la famiglia nel cuore, che sogna di tornare un giorno, ma non sempre ci riesce. Qualcuno, partito dalla Valle Camonica, la valigia di cartone in mano, è riuscito a tornare e quarant’anni fa ha voluto realizzare un monumento che posto davanti all’autostazione di Boario in piazzale Einaudi, da dove molti sono partiti e tornati, ricordasse a tutti il sacrificio degli emigranti. Questa domenica 19 novembre l’associazione Emigranti Camuni che opera da 40 anni per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno dell’emigrazione, è stato realizzato da Raffaele Amoruso e riporta la scritta “spero di ritornare” per dare voce alla speranza che ogni migrante di ogni nazionalità in ogni paese, ha nel cuore. All’estero gli emigranti italiani hanno unito le forze, come Giacomo Marini, partito nel 1962 per la Svizzera dove ha trascorso 35 anni e dove ha fondato il circolo Amici italiani e con altri emigranti l’Associazione Gente Camuna. Molti emigranti in Svizzera negli anni ‘60 e rientrati in Italia non ci sono più oggi, e di quelli che non sono tornati nelle nuove generazioni cresciute all’estero, rimangono poche tracce. La Lombardia è la prima regione per emigrazione, nel 1800 come oggi nel 2023. I lombardi residenti all’estero sono 586 mila e le associazioni che li rappresentano si stanno battendo perché venga aggiornata in Regione e al Governo la legge emigranti nel mondo affinché riescano a collaborare con l’Italia.

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