L’ARTE DI SUONARE A MANO LE CAMPANE

Il suono delle campane è un suono famigliare che tutti noi siamo abituati a sentire e che ci richiama alla messa oppure ci comunica che c’è aria di festa oppure che qualcosa di grave è successo. Si tratta di un suono armonico, intonato, perché dal 1700 le campane dei campanili, che hanno avuto una grande diffusione durante il Medioevo con la costruzione di chiese e luoghi di culto, sono diventate strumenti musicali. Campane intonate a scala che da semplici strumenti di richiamo producono delle melodie e concerti. Il campanile di Gandino, con le sue dieci campane, è al centro del docufilm del giornalista di Piuvallitv Paolo Colleoni che riscopri e racconta la figura del Talacimanno di Gandino, l’urlatore che richiamava la folla alle funzioni religiose al posto delle campane dall’alta dei 73 metri del campanile. Due le modalità di suono tradizionale delle campane: a corda o distesa, con suoni a scala, oppure il suono d’allegrezza, termine medioevale che indica l’allegria legata al suono dei pastori che suonavano le  baguette  (baghett) annunciando nei borghi l’avvento del Natale e la nascita di Gesù. Un grandissimo patrimonio che la Fondazione Campanari bergamaschi valorizza e promuove insegna il suono manuale delle campane contrastando l’automazione selvaggia delle campane, per fare sì che i sistemi manuali vengano preservati duranti lavori di restauro e di installazione del sistema elettrico. La Fondazione inoltre organizza scuole, corsi e concerti di campane, nei campanili, nelle chiese, nei chiostri, nei teatri e nelle piazze e tra le ultime iniziative, un Cd virtuale, cioè ascoltabile direttamente online dedicato a un Campanaro storico di Gandino, Quirino Picinali, detto Manòt, nato nel 1880 e morto nel 1962. Abitante nella contrada di Cà da Poz, a Gandino.

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