INDAGINI SULLA MORTE DI ROLANDO LIMA MARTINS
Proseguono le indagini sulla morte di Rolando Lima Martins, l’operaio 51enne dipendente della ditta Rebaioli di Darfo travolto e ucciso da un treno ad alta velocità a Chiari alla mezzanotte di lunedì, mentre lavorava vicino ai binari. Sul caso sono al lavoro la Procura di Brescia con l’aiuto della polizia ferroviaria. Potrebbe esserci un errore umano a causa del buio e della nebbia all’origine della tragedia. Resta ancora da capire il motivo per cui si trovasse sui binari. Gli agenti hanno interrogato i 12 colleghi che condividevano il turno con Lima Martins, tra cui il fratello. Secondo gli inquirenti nessuno dei dipendenti della Rebaioli avrebbe assistito all’investimento, anche a causa della fitta coltre di nebbia. Le versioni fornite però non concorderbbero: alcuni sostengono che il 51enne fosse con loro, e che si sarebbe allontanato per qualche ragione. Secondo altri era invece in ritardo e avrebbe attraversato i binari per la fretta. Al momento dell’incidente i lavoratori, assunti in subappalto dalla Rebaioli Spa di Darfo, si stavano dirigendo al traliccio dell’alta tensione su cui dovevano intervenire, ma secondo quanto comunicato dalla società Terna (la società responsabile della costruzione di un nuovo tratto della linea della rete elettrica nazionale) a quell’ora non era ancora stato disposto il fermo treni sulla linea. Anche RFI ha emesso una sua nota in cui ha affermato che nella notte del 29 gennaio erano previste attività manutentive su asset Terna, esterni e adiacenti alla sede ferroviaria lungo la linea Milano Brescia nella tratta tra Calcio e Chiari e che per motivi da accertare, l’operaio è stato investito da un treno mentre si trovava indebitamente su un binario ferroviario. L’operaio non doveva dunque trovarsi nel punto in cui è passato il treno, il cui conducente non ha fatto in tempo a vederlo e nemmeno a frenare. Ci potrebbero volere settimane per ricostruire la dinamica esatta. Nessuna risposta arriverà neppure dall'autopsia, dato che le condizioni della salma rendono impossibile eseguire l’esame. Il pm ha dunque concesso il nullaosta per il rimpatrio della salma, che potrà così tornare alla famiglia, alla moglie e alla figlia che potranno predisporre le date dei funerali.
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