STOP FORZATO PER IL MULINO DI CIMBERGO

In questo luogo che macina storia e tradizioni, immerso nel verde e affacciato sulla Concarena, Battista Recaldini ha mosso i primi passi, trascorso gli anni della giovinezza e appreso i primi rudimenti dell'arte del mugnaio. Un'arte che gli è rimasto addosso, come la farina che vola sugli abiti. Il mulino Tobia Recaldini – che esisteva già a metà del '700 è da sempre proprietà della sua famiglia e da qualche anno se ne occupa proprio lui, che ha preso il posto della mamma, storica mugnaia del paese. Nel 2018 Battista ha eseguito importanti lavori di manutenzione e messo in funzione la nuova ruota maggiore in legno che muove le macine. Oltre ad un raro pesta orzo, ve ne sono tre all'interno di questo mulino, l'unico ancora funzionante del piccolo borgo: quella per le castagne, quella per segale, frumento e grano saraceno e quella per il granoturno. E' proprio questa parte di mulino che in queste settimane ha avuto dei problemi, si è infatti rotto l'albero di trasmissione che collega la ruota alle macine e la fa lavorare. Battista conta di ripristinarlo al più presto, prima dell'arrivo dell'autunno, stagione della macinatura del mais. L'hanno scorso, nonostante Battista abiti a Brescia, ha macinato circa 50 quintali di mais. Ogni fine settimana mette in funzione il mulino e quando è stagione di macinatura sale anche in altre giornate. Ogni macinatura ha la sua stagione. Battista tiene parecchio a mantenere viva la tradizione di famiglia. Ha investito molto in questa struttura -che ra già stata restaurata da suo nonno nel 1944. I sacrifici per mantenere il mulino sono tanti, ma sentire e vedere la ruota che si muove spinta dalla forza dell'acqua ed ascoltare il rumore delle macine, anche durante la notte quando la stagione richiede che si macini a lungo, per Battista non ha prezzo.

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