UCCISE LA CUGINA, CONDANNATO A 15 ANNI

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Dopo un’ora e mezza di camera di consiglio è arrivata la sentenza a carico di Ivan Perico, l’agente di commercio di 62 anni che l’11 febbraio dell’anno scorso uccise la cugina e vicina di casa Stefania Rota, sua coetanea, colpendola più volte con un batticarne nell’ abitazione della donna a Mapello. 15 anni e otto mesi, quanta la sentenza, per omicidio volontario, due mesi in più rispetto alla richiesta della pm Letizia Ruggeri, con l’esclusione dell’aggravante dei motivi abietti, il riconoscimento delle attenuanti generiche e, di fatto, applicando lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato, benché l’iter non fosse stato inizialmente accolto. La Corte ha riqualificato il reato di incendio a uno studio tecnico di Mapello, Perico infatti riteneva di essere stato in qualche modo raggirato in merito alla proprietà di circa 35 metri dell’ex capannone che confina con le loro due abitazioni. La psichiatra ha spiegato che si è trattato di un delitto d’impeto, del quale Perico ha avuto consapevolezza. L’uomo si era accorto, pagando la Tari, della riduzione di circa 35 metri quadrati confinanti. Sarebbe stato durante una discussione, che la cugina pronunciò la frase “adesso ti arrangi”, che scatenò la rabbia di Perico, culminata con la drammatica fine della donna. La difesa ha evidenziato come «non ci fosse tra i due una fiducia reciproca per via del carattere schivo di entrambi e questo è emerso dai diari di Stefania”. La pena ha aggiunto l’avvocato Campana “non sia solo punitiva, ma restaurativa, in modo che il soggetto, senza minimizzare quanto ha fatto, si riappropri della sua persona perché non commetta più tali reati. Quando si è sentito dire “arrangiati”, per lui è stata una “fucilata”, come da sue testuali parole”. Per l’avvocato, inoltre, la causa del delitto è da riscontrare nelle condizioni psicologiche di Perico più che nella vicenda catastale. Per le motivazioni serviranno ora 60 giorni.

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