IL CUGINO DI STEFANIA SOFFRIVA DI CRISI DEPRESSIVE
Ivano Perico, cugino di Stefania Rota, accusato della brutale aggressione avventa all’interno dell’abitazione della scomparsa in via XI Febbraio a Mapello e trovata cadavere dopo un mese e mezzo, negli ultimi anni era caduto in depressione dopo una vita brillante, affrontata – dice qualche amico – a volte con piglio guascone. Difficile al momento stabilire quale sia stato l’episodio scatenante di questa crisi, fatto sta che il 61enne usciva sempre meno e preferiva starsene rintanato nella sua abitazione. Intorno alle metà di gennaio aveva accusato una crisi di natura psichica, tanto che da casa (non è appurato se la moglie e la figlia 17enne o lui stesso) avevano chiamato un’ambulanza. Il 61enne era stato portato all’ospedale Papa Giovanni, nel reparto di psichiatria, e qui era rimasto ricoverato per qualche giorno. “So solo che ho perso la testa”, ha raccontato Perico ai difensori durante il primo colloquio in carcere. Il 61enne ha ammesso le proprie responsabilità in sede d’arresto e ora vorrebbe farlo davanti al pm Letizia Ruggeri. Ma è ancora scosso, fatica a parlare e a imbastire un discorso completo, anche se migliorato, probabilmente facendo un percorso con gli psicologi e le strutture messe a disposizione in carcere. Movente del contenzioso, come ormai certo, il capannone di Stefania, il cui tetto pare sconfinasse nella proprietà di Ivano. I due si erano rivolti al catasto e sembra che le proprietà siano poi state rideterminate. Tutto risolto? Risulterebbe di no, nella mente del 61enne. Evidentemente Perico in tutto questo tempo si è ritenuto vittima di un’ingiustizia. Viene meno quindi il movente sentimentale.
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