CALDO: CALA LA PRODUZIONE DI LATTE

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Il clima condiziona l’agricoltura in ogni aspetto. E anche la zootecnia. A soffrire del caldo afoso di questi giorni sono anche gli animali. Ad esempio le mucche nelle stalle che manifestano lo stress da caldo producendo meno latte. Coldiretti Brescia calcola una riduzione nella produzione di latte del 15% nelle ultime settimane a causa dell’afa, nonostante l’entrata in funzione di doccette e ventilatori per rinfrescare le stalle. Il clima ideale per i bovini è tra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Le misure anti afa prevedono anche la somministrazione agli animali di razioni alimentari integrate con sali minerali. Al calo delle produzioni di latte – precisa Coldiretti Brescia – si aggiunge anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo ma anche legati all’alimentazione: quest’anno il costo del mais da trinciato potrebbe aumentare fino ad un 20% in più rispetto alla scorsa stagione per il calo della produzione di foraggere causato delle continue piogge della stagione primaverile che ne hanno impedito la semina o comunque compromesso il raccolto. Dall’altro lato, il caldo dopo le piogge intese della prima parte dell’estate, ha aiutato i vigneti a maturare e in Franciacorta la vendemmia è pronta a partire in concomitanza con il Ferragosto. Sempre per via del clima, i vigneti delle valli alpine e di montagna saranno pronti per la raccolta delle uve invece non prima di settembre. Secondo l’analisi della Coldiretti, la produzione di uva è in leggero calo, un trand che ha caratterizzato gli ultimi sei anni, ma un calo contenuto, non più del 5%. La produzione media in Franciacorta è di 262 mila quintali, l’anno scorso aveva superato i 330 mila. Rientra nella media anche la produzione del Lugana e sono il linea rispetto alla quantità di uva raccolta negli anni scorsi, anche le altre DOC/IG della provincia. Dalla metà di agosto, quindi, si comincerà a vendemmiare. Si partirà come sempre dalla Franciacorta, per proseguire con il Lugana, poi la vendemmia proseguirà sul Garda e per tutte le altre denominazioni, fino ad arrivare a settembre in Valle Camonica dove si raccolgono in media ogni anno mille quintali circa di uva. Nel frattempo, in Italia e in particolare in Trentino Alto Adige dove si coltivano circa i due terzi del totale nazionale, è partita anche la vendemmia delle mele, con una stima di produzione di circa 2,1 miliardi di chili, in calo dell’1% rispetto allo scorso anno a causa proprio delle gelate primaverili. I nubifragi della primavera e dell’inizio dell’estate anche compromesso anche la raccolta di pomodoro da desinare a pelati, polpe e passate, tra le province di Cremona e Mantova dove si trova il 70% dei circa 8 mila ettari di terreni coltivati in Lomabrdia e dove la raccolta è iniziata quindi in ritardo di oltre un mese con un calo di produzione del 15%.

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