'NDRANGHETA NEL BRESCIANO

Otto società, per un giro d'affari di oltre 15 milioni di euro, con sedi fra le province di Brescia, Mantova e Verona, nel mirino della DIA. Sarebbero in odore di riciclaggio e di rapporti con esponenti di note famiglie mafiose e per questa ragione sono state messe sotto amministrazione giudiziaria. L'operazione è della direzione investigativa antimafia di Brescia che, nell’ambito di attività di monitoraggio sulle presenze criminali radicate nel territorio e dopo un'attenta analisi delle dinamiche societario-finanziarie delle azienDe interessate, già coinvolte nell'operazione Glicine-Acherone della procura di Catanzaro, ha chiesto le misure preventive di amministrazione giudiziaria – cioé ha affidato la gestione delle società ad un collegio composto da 3 amministratori. Le società fanno capo ad un imprenditore veronese residente in provincia di Mantova che si trova agli arresti domiciliari. Operano soprattutto nel turismo e nella ristorazione, ma anche nei settori agricolo, ippico, estrattivo. Il fulcro dell'attività è un rinomato complesso ricettivo situato in una nota località turistica. Dall'esame dei flussi finanziari sarebbe emerso che da qui passavano operazioni sospette di riciclaggio e che il titolare avesse radicati rapporti e interessi finanziari comuni con esponenti di una famiglia ‘ndranghetista che, in varie circostanze, ha dimostrato interesse ad investire nei territori limitrofi al Lago di Garda. Gli inquirenti sono riusciti a tratteggiare le ricadute operative e finanziarie di questi contatti, per altro non occasionali, sulla rete societaria dell'imprenditore lombardo. Del resto non è certo un mistero che le organizzazioni mafiose, soprattutto l'ndrangheta siano ben radicate nel nostro territorio. Lo ha più volte snocciolato, durante le sue presenze bresciane, don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera l'associazione antimafia per antonomasia; lo dicono i magistrati, lo dicono i dati. La Lombardia è la quinta regione italiana per beni confiscati, in provincia di Brescia, a Lumezzane c’è una locale della ‘ndrangheta dagli anni novanta, le prime affiliazioni a Raffaele Cutolo a Soiano del Lago risalgono al 1978, Brescia è l'epicentro delle frodi fiscali, patria delle socieetà cartiere; la mafia al Nord è mafia economica, si è trasformata, anche se è asintomatica e non si vede e forse proprio per questo più pericolosa.

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