LE MAFIE IN LOMBARDIA
Anche in Valle Camonica negli anni scorsi sono state condotte indagini sul mondo dell'usura, sono state scoperte raffinerie di sostanze stupefacenti, proprio in questi giorni la DIA ha sgominato una cellula della 'ndrangheta che operava tra le province di Bergamo e Brescia. Questo per dire anche ai più scettici che non si sono più dubbi sul radicamento di fenomeni mafiosi anche sui nostri territori. Dati che per altro vengono confermati dal rapporto sulla presenza mafiosa in Lombardia presentata in queste ore al Pirellone dall'assessore Riccardo De Corato. "La conoscenza del fenomeno mafioso è un presupposto indispensabile per poterlo combattere" ha detto l'assessore perché solo con una chiara e puntuale chiave di lettura della sua complessità si possono individuare le necessarie politiche di intervento". Lo studio è stato commissionato da Regione Lombardia e finanziato dall'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell'Università di Milano (Cross) ed è stato coordinato dal professor Nando Dalla Chiesa. Dalla ricerca emerge tra gli altri un dato davvero significativo: nel 2017 la Lombardia si collocava al 5° posto tra le regioni con il maggior numero di beni immobili e aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Le mafie straniere, da quella nigeriana, a quelle cinesi ed albanesi si sono pericolosamente saldate con la mafia italiana è un altro dei dati che emerge dal rapporto. I settori di interesse della criminalità vanno dai più tradizionali commercio, rifiuti, ciclo del cemento e filiera ortofrutticola, ristorazione alle più recenti penetrazioni nel settore sanitario e in quello turistico. Le aree sotto traccia sono quelle su cui è più difficile intervenire: usura, turismo appartamenti e farmacie. Il rapporto indaga sul ruolo che le organizzazioni mafiose sono interessate a giocare nell’ambito dell’economia cosiddetta legale, con una particolare attenzione agli ambiti in cui Regione Lombardia ha compiti di regolazione del sistema degli interessi, di autorizzazione e di nomina politica. A partire da alcune evidenze sono state approfondite le infiltrazioni in attività economiche e settori dove l’evidenza dell’infiltrazione e la capacità di condizionamento si sono manifestati con maggiori intensità. La seconda parte del rapporto 2019 riguarda la criminalità straniera con cinque mappe diversamente rappresentative della presenza delle organizzazioni malavitose sul territorio lombardo. La prima mappa offre una misurazione di ordine generale della diffusione di queste forme di criminalità organizzata, la seconda tende a evidenziare il grado di violenza espresso dai gruppi di criminalità straniera, la terza analizza la distribuzione territoriale dei cosiddetti “boschi della droga”, una quarta mappa studia la distribuzione territoriale dei centri massaggi cinesi sospettati di mascherare attività di sfruttamento della prostituzione. La quinta propone una distribuzione dei laboratori di proprietà cinese accusati di utilizzare manodopera irregolare e clandestina. Accanto a queste cinque mappe ne viene proposta una sesta, relativa ai laboratori e alle raffinerie di droga scoperti in Lombardia. Il rapporto è pubblicato sul sito di Polis Lombardia.
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