LE MANI DELLA 'NDRANGHETA IN LOMBARDIA
Non vi sono dubbi la 'ndrangheta ha allungato i suoi tentacoli anche in provincia di Brescia e di Bergamo. E' stato il procuratore generale antimafia Cafiero De Raho a presentare questo lunedì mattina a Brescia i risultati di un'operazione che ha permesso di smantellare questa cellula mafiosa che operava nell'ambito dei servizi alle imprese. Sono 19 le persone finite in carcere con l'accusa di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio. Il blitz dei carabinieri è scattato all'alba tra le province di Brescia, Bergamo e Reggio Calabria. L'operazione Papa – dal nome di uno degli arrestati, Giuseppe Papaleo – prende il via da un'altra inchiesta dei carabinieri di Bergamo dopo che un incendio doloso aveva distrutto 14 mezzi in un'azienda di Seriante nel 2015. Le indagini hanno permesso di appurare che l'azienda bergamasca che trasportava per conto terzi frutta e verdura aveva infastidito quella gestita da un pregiudicato calabrese (il Papaleo appunto), insomma gli aveva fatto concorrenza. La indagini sul rogo di Seriate hanno portato ad intercettazioni telefoniche ed è qui che i carabinieri hanno scoperto che a Bergamo erano arrivati, per favorire l'impresa di Papaleo alcuni uomini legati alle cosche calabresi. I due, identificati come Carmelo Caminiti e Antonio Pizzi facevano parte del clan dei De Stefano. Il primo, noto pregiudicato, faceva anche "recupero crediti" per conto di un'altra società bergamasca operante nel settore dell'ortofrutta, Inutile dire che i metodi adottati erano quelli classici delle associazioni mafiose. Le investigazioni della territoriale bergamasca, dei ROS e della DDA di Brescia ha permesso di chiudere il cerchio attorno a questa associazione a delinquere di stampo mafioso.
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