“HO VISTO SHARON E L’HO UCCISA!”

Moussa Sangare 31enne italiano, originario del Mali, disoccupato e residente a Suisio, a confessato di essere l’autore dell’omicidio di Sharon Verzeni la 33enne accoltellata in via castegnate esattamente un mese fa. L’uomo è stato fermato a Chignolo d’Isola. E’ uscito di casa con quattro coltelli. “Poteva essere Sharon, poteva essere chiunque di noi”, dicono gli inquirenti.Il trentunenne è l’ormai noto “uomo in bicicletta”, ripreso dalle telecamere, allontanarsi con estrema rapidità. Nel corso della nottata “ha reso spontanee dichiarazioni e poi in sede di interrogatorio ha confessato assistito dal suo avvocato”. Il fermo è stato possibile grazie alla collaborazione e alla testimonianza spontanea di due cittadini stranieri. Trovato anche quella che potrebbe l’arma del delitto vicino al fiume Adda grazie alla informazioni fornite dal 31enne che l'ha sepolta sull'argine del fiume nella zona di Medolago. Per quanto riguarda il movente, non vi sarebbero motivi religiosi, odio razziale o terrorismo, come dicevamo Poteva essere chiunque. “Prima di colpire Sharon, a agginto il procuratore, ha raccontato di aver puntato il coltello su due ragazzini di 15/16 anni. Li invitiamo a farsi avanti e dirlo”. La procura contesta la premeditazione perché Sangare «aveva quattro coltelli» per colpire qualcuno.Sharon Verzeni si è purtroppo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Rabbiosa la reazione della madre della vittima alle domande dei cronisti appostati davanti alla villetta di famiglia. Nessun commento dal papà della vittima e silenzio anche da parte del fidanzato, Sergio Ruocco, sul quale per giorni si erano addensati i sospetti.

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