NUOVI DETTAGLI SULLA MORTE DI SHARON

Non è riuscita a difendersi, Sharon Verzeni, sia pur reagendo alle quattro coltellate inferte da quel giovane che la stava uccidendo senza motivo. Dopo la coltellata al petto ha cercato di scappare, ma veniva inseguita a piedi dal suo assassino che sferrava altri 3 fendenti alla schiena. Sharon oltre a chiedere “perché?”, con le poche forze rimaste aggiungeva: “Sei un codardo, sei un bastardo”. E’ quanto emerso durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al giudice Raffaella Mascarino. Mussa l’avrebbe seguita da dietro e toccata sulla spalla con la mano sinistra esclamando “scusa per quello che sta per accadere”. Dopo la mortale aggressione, saliva in sella alla bicicletta, allontanandosi velocemente. “Nel momento in cui mi sono avvicinato a Sharon sapevo che volevo accoltellarla. Se lei mi avesse spintonato probabilmente sarei scappato. Appena l’ho toccata ha iniziato a tremare”. E’ apparso lucido durante il racconto di quella tragica notte, ora Sangare si trova rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano, dopo che alcuni detenuti in via Gleno gli avevano lanciato bombolette incendiate. Quanto alle minacce ai due ragazzini di Chignolo “volevo intimidirli per vedere come reagivano. Gli uomini che ho incontrato li avrei solo rapinati. Sharon non l’ho rapinata perché lei ha cominciato a urlare e mi è venuta la para. Quando ho messo la mano sulla spalla non stava ancora urlando. Questo feeling mi era già venuto altre volte quando c’erano altre persone che facevano i gradassi”. Intanto alle 17.30 di mercoledì i carabinieri hanno rimosso i sigilli alla villetta di via Merelli dove la coppia viveva. Sergio ci era già tornato nelle scorse due settimane, ben due volte, accompagnato dai carabinieri e dai Ris di Parma, per prelevare alcuni apparecchi elettronici. Ora è tornato a vivere dai suoceri. Al telefono ha precisato: “Per me è un periodo di grande sconforto e in parte anche di rabbia per quanto accaduto”.

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