DELITTO DI TERNO: “VOLEVO UCCIDERLA”

Sono inquietanti i dettagli emersi durante l’interrogatorio a Moussa Sangare, il trentenne di Suisio, reo confesso dell’accoltellamento mortale a Sharon Verzeni. L’assassino aveva puntato al cuore, al fine di ucciderla. Sferrava una prima coltellata al petto, con l’intento di trafiggere il cuore, la lama però finiva rimbalzata dallo sterno. Sbalordito per il fatto che il colpo non fosse andato a buon fine, Sangare scendeva dalla bicicletta e infliggeva tre brutali fendenti alla schiena. Alla domanda se avesse intenzione di ucciderla rispondeva senza esitazioni: “Si”. Avrebbe anche voluto tenere come ricordo l’arma del delitto: “volevo tenerlo, ha affermato, per avere memoria di quello che avevo fatto”. Sangare pare lucido e freddo anche quando racconta come si è sentito dopo aver ucciso Sharon. “Mi sono pentito di aver fatto quella cosa lì dopo un po’, purtroppo è capitato, mi pento per quello, poco ma sicuro. È passato un mese, piangere non posso piangere, non posso essere depresso per mesi, quella cosa lì dura un paio di giorni, poi ti devi riprendere altrimenti ti butti giù e non ti rialzi più”. Per il gip, Sangare nel momento del delitto era perfettamente lucido, capace di adottare tutta una serie di accorgimenti sia nei momenti precedenti come l’aver vagato fino a incontrare il bersaglio più vulnerabile, ma anche in quelli immediatamente successivi, come mettersi a correre in bicicletta, percorrendo strade secondarie, tornare a riprendersi il berretto perso, ma anche quanto fatto nei giorni seguenti, come tagliarsi i capelli, modificare la bicicletta e eliminare gioielli e vestiti indossati. “Il gesto omicidiario, ha precisato il giudice Raffaella Mascarino, è stato posto in essere nella più totale assenza di una qualche comprensibile motivazione, in maniera del tutto casuale, assolutamente gratuita essenzialmente eccentrica, per non dire addirittura capricciosa”. Giacomo Maj legale del giovane ha precisato riguardo ad una eventuale perizia psichiatrica: “valuteremo, è un argomento da considerare. Non sono un medico e il mio parere non ha alcun valore, ma secondo me ha dei problemi”. Intanto in cella a Bergamo, il giovane è stato bersaglio di un lancio di bombolette incendiarie da parte degli altri detenuti, probabilmente sarà trasferito in un’altra struttura

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