PRESIDIO DELLA LEGA A COLLIO

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Continua a fare discutere a Collio in Valtrompia, il caso della bambina di soli 10 anni che ha subito violenza, mentre si trovava in un centro d’accoglienza per migranti, da parte di un richiedente asilo ospite a sua volta della struttura, un 28enne bengalese ora in carcere. Un episodio che sarebbe venuto alla luce in seguito alla gravidanza seguita alla violenza e che ha riacceso i malumori di chi, come il sindaco di Collio Mirella Zanini, da tempo veste i panni dei molti sindaci che si trovano a dover prendere atto della presenza sul proprio territorio di strutture che rispondono al bando della Prefettura per l’accoglienza di richiedenti asilo, e a dover poi fare i conti con problemi di integrazione e sicurezza. Il drammatico episodio della bambina abusata nel centro sarebbe la goccia che ha fatto traboccare il vaso, secondo quanto espresso questo sabato mattina dagli esponenti politici della Lega che hanno organizzato un presidio in piazza Santa Barbara a San Colombano di Collio, a cui hanno preso parte la segretaria provinciale Roberta Sisti, la deputata bresciana Simona Bordonali, l'ex deputato Matteo Micheli, il consigliere regionale Floriano Massardi e l'eurodeputato Oscar Lancini. Gli esponenti della Lega sono arrivati anche a chiedere la chiusura del centro. Obiettivo: porre l’attenzione sulla gestione dei centri migranti, sulle difficoltà di integrazione e convivenza con i piccoli abitati che ospitano i gruppi di richiedenti asilo, chiedere più controlli nei centri e più sicurezza per gli ospiti e per i residenti del paese che devono sentirsi tranquilli di uscire la sera e devono poter vivere senza paura. Mentre sul caso della violenza indaga la Procura, la Prefettura a sua volta si sta interrogando su eventuali falle nel sistema dell’accoglienza, anche se il Prefetto Andrea Polichetti ha chiarito che il caso di Collio è stato un caso isolato e ha assicurato che il sistema di accoglienza e di protezione in provincia di Brescia funziona bene. La struttura in cui si è verificata la violenza, l’albergo Al Cacciatore dal 2015 è stato trasformato in Cas, Centro di accoglienza straordinaria, è gestito da una cooperativa che in seguito al bando della Prefettura accoglie accoglie richiedenti asilo e profughi di guerra e replica alle accuse sottolineando il grande lavoro svolto con umanità per l’accoglienza e l’integrazione con numerosi progetti - qui i profughi vengono aiutati ad integrarsi attraverso corsi di italiano, a superare i traumi che si portano dietro attraverso un supporto psicologico, quelli che hanno un permesso di soggiorno provvisorio vengono aiutati a trovare un lavoro – e sottolinea che non si sarebbero mai registrati problemi di natura di ordine e sicurezza prima. Non la pensa così il sindaco di Collio che nei giorni scorsi ha incontrato il Prefetto per chiedere che tutti gli uomini ospitati nel centro vengano trasferiti, lasciando all’interno solo donne con figli e famiglie.

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