QUELLO DI COLLIO UN CASO ISOLATO

Continua a fare scalpore in provincia di Brescia il caso della bambina di soli 10 anni, ospite in un centro di accoglienza per richiedenti asilo della Valtrompia, violentata da un altro ospite che ora si trova in carcere. Una caso reso ancora più drammatico dalla gravidanza seguita alla violenza: la bambina sarebbe infatti rimasta incinta. E’ stata la madre ad accorgersi dei cambiamenti d’umore della figlia e a scoprire l’accaduto, denunciandolo ai responsabili del centro. La cooperativa che, in seguito al bando della Prefettura di Brescia, presso l’hotel Al Cacciatore nella frazione di San Colombano, dal 2015 gestisce il Cas, Centro di accoglienza straordinaria, con numerosi progetti di accoglienza e integrazione, collabora con la Procura per fare luce su quello che appare come un caso isolato. Nella struttura, che fino al 2019 ha ospitato richiedenti asilo e dal 2022 i profughi di guerra ucraini, così come nel paese, non si sarebbero registrati prima di allora problemi di natura di ordine e sicurezza. I profughi vengono aiutati ad integrarsi attraverso corsi di italiano, a superare i traumi che si portano dietro attraverso un supporto psicologico, quelli che hanno un permesso di soggiorno provvisorio vengono aiutati a trovare un lavoro. Come confermano gli abitanti, che spesso per strada avevano incontrato la bambina che ora è stata trasferita in un centro protetto con la madre, niente poteva far presagire che un episodio così grave potesse verificarsi, ancora più grave perché accaduto in un contesto in cui la piccola avrebbe dovuto essere protetta. Più dura la reazione del sindaco di Collio Mirella Zanini che invece da tempo aveva espresso timori e perplessità, legate all’integrazione e all’accoglienza di richiedenti asilo ospitati in un piccola frazione della Valtrompia. Sul caso c’è un’indagine penale in corso, affidata dalla Procura alla Polizia di Stato, la magistratura è al lavoro e l’autore dello stupro, un 28enne bengalese da poco più di un anno in Italia e da pochi mesi in Valtrompia, che si era avvicinato alla bambina e alla madre conquistando la loro fiducia come amico, ora è in carcere e interrogato, non avrebbe risposto alle domande degli inquirenti. Casi come quello accaduto in Valtrompia, supper isolati, vanno prevenuti e chiariti – commenta anche il Prefetto di Brescia Andrea Polichetti che questo lunedì ha tenuto un incontro sul tema della sicurezza e dell’accoglienza.

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