4 arresti per bancarotta fraudolenta
Incassavano finanziamenti statali, che servivano ad aiutare le piccole e medie imprese durante e dopo la pandemia. I soldi, anziché essere utilizzati per l’attività aziendale, venivano dirottati in Bulgaria per altre finalità. Sono 8 le persone facenti parte di un’impresa, con sede nella bassa bergamasca accusate di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e malversazione ai danni dello Stato. Per quattro di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere: si tratta di un 48enne originario del Comasco e residente a Sofia in Bulgaria, padre e figlia, rispettivamente 72 e 41 anni, residenti a Urgnano il primo e a Romano di Lombardia la seconda e un 50enne formalmente del Lodigiano ma attualmente irreperibile. L’uomo, nominato prima amministratore e poi liquidatore della società fallita, una volta resosi conto del rischio che correva a livello giudiziario, sarebbe fuggito in Brasile, sovvenzionato dagli altri membri del presunto sodalizio criminale. Altre quattro persone, invece, sono indagate a piede libero: tra loro figura un 43enne di Pontirolo Nuovo e altri tre soggetti residenti tra il Bresciano e il Milanese. Tra il 2020 e il 2022,il gruppo avrebbe incassato un milione di euro, soldi poi spesi in Italia, utilizzando carte di credito emesse dalle banche del Paese est-europeo. Fino al 2020, nel bilancio figuravano oltre 9 milioni di ricavi, 8 dei quali relativi a costi di produzione, con un risultato di esercizio positivo pari a quasi mezzo milione di euro. Poi, nel 2021, la società precipita in uno stato di completo dissesto con debiti pari a 3 milioni e 700 mila euro e un reddito operativo in negativo di quasi 2 milioni. Gli accertamenti permettono di verificare una bancarotta fraudolenta di ingenti proporzioni, realizzata per distrazione e mediante operazioni dolose attraverso complesse operazioni commerciali.
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