Norcini in piazza a Ossimo

L’antico rito di fare il salame è stato celebrato a Ossimo Superiore nel fine settimana del 28 e 29 dicembre durante la 19esima Sagra del Porsèl. All’interno delle cantine e nella piazza i norcini, su invito della Pro Loco, hanno così mostrato ai bambini del paese e ai turisti le antiche tecniche di lavorazione della carne di maiale per dare vita a prodotti senza tempo, apprezzati ieri come oggi in tutti i periodi dell’anno, protagonisti della cucina contadina così come di quella più sofisticata, ovvero il salame, la pancetta, il lardo, il guanciale e il cotechino. Un tempo ogni famiglia in casa aveva un maiale, rappresentava la dispensa per l’inverno. Ed è per questo che oltre ai contenuti folcloristici, la sagra ha acceso i riflettori sugli aspetti più culturali legati alla tradizione, con la presentazione del libro “Salumi e antichi metodi di conservazione delle carni in Valle Camonica” di Luigi e Gualberto Martini e con l’intrattenimento didattico del professore Inversini. Tra le atmosfere musicali tradizioni della Valle Camonica, tra spazi espositivi e degustazioni, i presenti hanno così appreso come si fa la concia, ovvero quel processo che prevede di mischiare la carne tritata a tutti gli ingredienti che servono a conservarla per un anno: spezie, chiodi di garofano, sale, vino passato sull’aglio. Come ben sa ogni norcino, ovvero colui che fin da tempi antichi si reca presso le case e le fattorie per macellare il maiale, oltre all’operazione di salatura necessaria per la conservazione della carne, da cui deriva il nome “salame”, fondamentale è la stagionatura. L’uccisione del maiale è un rito antico che fa parte delle tradizioni della vita contadina, per molti oggi un rito cruento, ma in tempi di fame rappresentava una giornata di festa: il maiale allevato in corte infatti, per quelle famiglie che potevano permetterselo, era considerato una risorsa alimentare importantissima che poteva sfamare una famiglia per una anno intero.