Accolte le attenuanti per l’omicidio del figlio

Un padre esasperato. E’ questa la motivazione che ha portato alla condanna a 9anni e 4 mesi di carcere, concedendo anche le attenuanti generiche, a Paolo Corna, autore dell’accoltellamento mortale del figlio. I fatti risalgono alla mattina del 3 ottobre 2023 nell’abitazione di Bottanuco, quando Giambattista, figlio 54enne di Paolo, che viveva in casa con i genitori, riceveva dal padre 20 euro, denaro frutto del suo lavoro, ma che per un problema di dipendenze veniva gestito dai genitori. Fatto rientro a casa verso le 15, in evidente stato di ebrezza, chiedeva altro denaro. Al rifiuto dava in escandescenza. A quel punto i famigliari allertavano i carabinieri, che al loro arrivo trovavano il figlio addormentato in camera da letto. Verso sera però, Giambattista, richiede nuovamente del denaro, accompagnato dal rifiuto del padre. L’anziano esasperato prende un piccolo coltello, alla vista del quale il figlio lo invita a colpirlo. Tornato in camera Giambattista inizia a rompere gli arredi della stanza. E’a quel punto che l’anziano lo colpisce all’addome con 3 fendenti mortali, per poi chiamare i soccorsi e confessare quanto successo. Per queste ragioni la Corte d’Assise di Bergamo, presieduta dal giudice Patrizia Ingrascì, nella sentenza emessa il 7 ottobre 2024 che lo ha condannato a 9 anni e 4 mesi, ha tenuto conto delle attenuanti generiche. Paolo Corna infatti si trovava in un “incontenibile stato d’ira innescato a seguito non solo della lite avvenuta quel giorno, ma da «una lunga serie di atteggiamenti inaccettabili”, reiterati nel tempo dal figlio, che in passato aveva avuto anche guai giudiziari, patteggiando la pena di un anno e quattro mesi per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali verso la moglie.

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